Arriva la nave cattura plastica per studiare il Mediterraneo

plasticaSi chiama Plastic Busters, è stata ideata dall’Università di Siena e il suo scopo è quello di studiare il mar Mediterraneo catturando i rifiuti di plastica e mappandone la diffusione e distribuzione e gli effetti che la grandissima massa di rifiuti plastici ha sull’ecosistema marino, in particolar modo sulla fauna.

Mar Mediterraneo, foca monaca, capodoglio e delfino a rischio

Un nuovo studio dell’Unione mondiale per la conservazione della natura conferma il grave rischio d’estinzione nelle acque del Mar Mediterraneo per le specie foca monaca, capodoglio e delfino comune. Non si registrano, purtroppo, miglioramenti nelle condizioni di queste specie, a causa della mancanza di rigorose leggi e di forti iniziative volte alla loro protezione.

Meduse nel Mediterraneo, invasione dovuta all’eccesso di pesca

La nuova invasione di meduse nel Mediterraneo è dovuta all’eccesso di pesca, al sovrasfruttamento delle risorse idriche che sbilancia l’equilibrio dell’ecosistema marino favorendo le meduse. A spiegarlo i ricercatori dell’Università del Salento coordinati da Ferdinando Boero nel progetto “Occhio alle Meduse” realizzato in collaborazione con Marevivo e la Commissione Internazionale per l’Esplorazione Scientifica del Mar Mediterraneo, progetto nato con lo scopo di studiare la presenza e la distribuzione delle meduse nel nostro mare raccogliendo dati rilevanti per approfondire la nostra conoscenza di queste forme di vita.

progetto inquinamento idrocarburi

Ambiente, al via progetto europeo per il Mediterraneo

progetto inquinamento idrocarburi

Dopo i danni ambientali causati dallo sversamento di idrocarburi nelle acque del Mediterraneo, basta ricordare il disastro della Costa Concordia o dei bidoni persi a largo di Livorno dalla nave Eurocargo “Venezia”, è stato finanziato dall’Europa un progetto per la prevenzione dei rischi marittimi e per il rafforzamento della sicurezza in relazione all’inquinamento da idrocarburi, il MEDESS-4MS (Mediterrean Decision Support System for the Marine Safety).

Animali, a febbraio tavolo tecnico per Santuario dei Cetacei

Il Santuario dei Cetacei, quel tratto di mare dell’alto Tirreno delimitato dalla costa francese, dalla Sardegna e dalla costa Toscana, dopo 10 anni di iniziative sta per essere davvero protetto. A dare l’annuncio è Greenpeace, una delle associazioni ambientaliste che più hanno contribuito a tutelare e salvaguardare i mammiferi marini e l’ecosistema di questa piccola area del Mediterraneo.

Tsunami nel Mediterraneo, esercitazione il 10 agosto

Il primo test per verificare il sistema di allarme tsunami nel Mar Mediterraneo avrà luogo il 10 agosto. Vi prenderanno parte 31 Paesi, tra cui l’Italia. L’obiettivo del test Neamtws (Sistema di allarme e mitigazione per gli Tsunami nell’Atlantico nord orientale, nel Mediterranero e nei mari connessi) uno dei quattro sistemi di allarme e mitigazione a livello mondiale, è quello di verificare l’efficacia e la tempestività della comunicazione tra i centri regionali e i punti focali di allerta tsunami.

Specie invasive: 900 “alieni” invadono il Mediterraneo

Uno dei tanti problemi che stanno alla base della perdita di biodiversità è la presenza di specie invasive, cioè di quelle specie che non fanno parte naturalmente di un determinato territorio, ma che lo “invadono” o perché messe incautamente dall’uomo, o perché, a causa dei cambiamenti climatici, emigrano a caccia di luoghi nuovi in cui adattarsi.

Nel corso degli ultimi decenni, più di 900 specie invasive si sono spostate verso il Mar Mediterraneo, molte delle quali si sono consolidate e sono persino diventate dominanti nella regione. Di conseguenza, le comunità costiere di piante e animali stanno vivendo importanti cambiamenti e, in alcuni casi, intere catene alimentari sono state alterate.

Meduse e Mediterraneo, nuovi rischi per la pesca e il turismo balneare

meduse nel Mediterraneo

Complici il riscaldamento globale e l’aumento della temperatura delle acque, ma anche la pesca sempre più invasiva e intensiva, il mar Mediterraneo anche quest’estate è stato preso d’assalto dalle meduse.

La quantità maggiore di meduse, animali marini planctonici estremamente urticanti, è stata avvistata lungo le coste di Toscana e Liguria, nell’alto Tirreno. Molti esemplari si sono spinti fino a riva, mettendo a repentaglio la salute dei bagnanti, il turismo e anche la pesca.

Inquinamento del mare: come sta il Mediterraneo?

mar mediterraneoIl Mar Mediterraneo lambisce tre continenti: Africa, Asia ed Europa, con i suoi 46000 chilometri di costa è una ricchezza che appartiene a 19 paesi. Questa risorsa abbondante di vita e acqua ha sostenuto la civiltà umana per migliaia di anni ed ora è in grave pericolo a causa dell’inquinamento.

Quasi completamente chiuso, occorrono infatti fino a 100 anni affinché le sue acque possano rinnovarsi completamente. Questo ambiente unico è la patria di una vasta gamma di ecosistemi marini, ora a rischio per via dell’alto tasso di sostanze tossiche che stanno avvelenando il nostro mare.

La “febbre” del Mediterraneo uccide spugne e coralli

L’ennesimo conto da pagare per i danni da riscaldamento globale è la mortalità di massa di spugne e coralli del Mediterraneo. L’estate marina si è infatti allungata di circa un mese se si considerano i dati registrati nel 1974 e secondo gli ultimi rilevamenti, che risalgono al 2006, le temperature delle acque sono aumentate considerevolmente, provocando la scomparsa da molti fondali di microorganismi particolarmente esposti e sensibili ai cambiamenti climatici.

Ad appurare le conseguenze della febbre dei nostri mari è stato un recente studio spagnolo effettuato da un team di ricercatori del Consiglio Superiore di Ricerche Scientifiche (CSIC), e pubblicato sulla rinomata rivista di divulgazione scientifica Proceedings dell’Accademia nazionale di scienze statunitense.
Gli episodi di mortalità fuori dalla norma di organismi invertebrati sono stati registrati dagli studiosi nel Mar Ligure e nella gran parte del Mediterraneo nord occidentale.