Di tutte le parole che ci vengono in mente per associazione in riferimento al nucleare, forse primavera e rinascita sono le più inverosimili, almeno al momento, a pochi giorni dall’anniversario, il venticinquesimo, della tragedia di Chernobyl, a poche settimane dal disastro di Fukushima, in Giappone.
Eppure, lo svedese Hans Blix, ex capo dell’Aiea, L’Agenzia atomica internazionale, in riferimento al futuro della politica energetica mondiale fondata proprio sull’energia nucleare parla proprio di rinascita, di una primavera dell’atomo che arriverà più lentamente proprio a causa del recente disastro in Asia ma arriverà, portando con sè un nuovo nucleare, più sicuro, che ci farà dimenticare per sempre incidenti così devastanti.
Anche dopo Fukushima, il numero delle centrali nucleari nel mondo è destinato ad aumentare. E lo dice uno che si ritrovò a gestire la crisi di Chernobyl e già allora intravedeva un futuro atomico, malgrado tutto, e nonostante la sua visita a Chernobyl non nutriva dubbi sull’energia nucleare. In un’intervista rilasciata al quotidiano austriaco Der Standard, Blix prospetta, come anticipavamo, una rinascita per il settore atomico:
La primavera nucleare arriverà, solo più lentamente. Molte cose si muovono nel settore e se a Fukushima le misure di sicurezza fossero state al top molte diverse cose accadute non sarebbero successe.
Sulle forme di energia più rischiose, Blix annovera gli incidenti nelle centrali idroelettriche, quando si rompono le dighe, o quelli nelle miniere che uccidono migliaia di minatori ogni anno. Una centrale nucleare, spiega Blix, va gestita come un’auto, guidata con prudenza, cambiando i pezzi quando non vanno più bene o meglio comprandone una nuova per non rischiare.
E delle scorie, cosa ne pensa Blix? Più che uno svantaggio segnerebbero un punto a favore del nucleare:
E’ forse il maggiore vantaggio del nucleare, perché sono piccole e si possono controllare.
Posizioni, quelle di Blix, molto diverse, per non dire contrapposte, da quelle che vi abbiamo riportato questa mattina, espresse dall’esperto francese Schneider, che prospettava addirittura la fine dell’era nucleare. Autunno o primavera per il nucleare? Ai posteri l’ardua sentenza, decidere in che stagione siamo…
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[Fonte: Ansa]