In tutta l’Europa i governi e le autorità competenti hanno fallito nel garantire il rispetto, da parte dei giardini zoologici, degli obblighi imposti dalla direttiva comunitaria Zoo. Migliaia di animali sono tenuti in cattive condizioni e nessuno dei 21 Paesi europei presi in esame, tra cui l’Italia, è senza colpa.
Dure parole eppure è questa la situazione fotografata dal rapporto “EU Zoo 2011” della Born Free Foundation in collaborazione con la coalizione Endcap e denunciata al Parlamento europeo. Lo studio è stato volto all’analisi dell’applicazione della direttiva CE 1992/22 sulla custodia degli animali selvatici nei giardini zoologici, attuata negli Stati membri nel 2005 e nel 2007 in Romania e Bulgaria. Secondo la direttiva tutti gli zoo devono provvedere alla tutela e alla salvaguardia degli animali e della biodiversità, educare il pubblico al rispetto per la natura e garantire elevati standard di benessere agli animali ospitati. Proprio questo ultimo punto è quello carente nei giardini zoologici dei 21 Stati europei analizzati. Le cause sono nella mancanza di conoscenza e di formazione del personale di controllo e degli operatori degli zoo; gli effetti possiamo immaginarli.
Il Parlamento europeo ha risposto alla denuncia della Fondazione Born Free con la promessa di fornire una formazione complementare ai veterinari che lavorano in tali strutture e di stilare una sorta di guida di “best practice” per gli zoo per aiutare operatori e addetti ai lavori alla corretta applicazione della direttiva europea. La Fondazione ha preso in esame 25 giardini zoologici situati su territorio italiano in cui sono state rilevate 982 specie di animali e 2.689 presenze totali distribuite in 2.650 recinti. Come si legge nel dossier dell’inchiesta, l’Italia non ha efficacemente attuato la normativa
Sono soltanto 5 gli zoo che dispongono di una licenza di esercizio, mentre 21 sono in attesa della stessa ed almeno 39 eservitano la propria attività senza licenza e non sono soggetti quindi alla regolamentazione
aspetto non certo secondario, ma anzi contrario all’art 4 della direttiva. Inoltre
I giardini zollogici nel loro insieme sembrano dare scarsi contributi, a livello internazionale o in Europa, alla conservazione delle specie a rischio di estinzione. Sono pochi i giardini zoologici impegnati in progetti di ricerca scientifica di rilievo e sono scarse le specie inserite in programmi di riproduzione in cattività e di reintroduzione nell’ambiente naturale.
Mancano inoltre informazioni sugli animali per il pubblico e spesso i visitatori possono entrare in contatto con gli animali, cosa assolutamente vietate per la sicurezza di uomini e animali. Nei recinti, infine gli animali appaiono in atteggiamenti innaturali, spesso accompagnati da musica di intrattenimento per gli spettatori e non vi sono arricchimenti ambientali che riproducano il loro habitat naturale.
[Fonte e foto: Born Free]
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