Il cosiddetto batterio killer degli ulivi, la Xylella fastidiosa, sembra aver contagiato alcuni alberi del brindisino. Mentre la patologia si diffonde, tuttavia, c’è chi teme più la cura dell’infezione, cura che secondo la Regione consisterebbe nello spargere pesticidi ovunque, su piante, terreni, muretti a secco, terreni pubblici. Per varie tipologie di tumori il Salento detiene già dei tristi primati e la soluzione prospettata dalle autorità e alla quale a breve dovranno provvedere gli agricoltori, avvelenerebbe ancora di più la zona causando danni non solo a tutto l’ambiente, ma anche alla salute umana.
Il disseccamento degli ulivi nel Salento, dovuto non solo alla Xylella fastidiosa ma a una serie di fattori tra cui il batterio stesso, preoccupa non solo gli agricoltori ma tutti i cittadini del Salento. La notizia di oggi è che l’infezione si estesa al brindisino, con relativi annunci di contromisure necessarie e urgenti, ma in realtà in molti si preoccupano delle contromisure ancor più dell’infezione. La LILT, Lega Tumori di Lecce, ha dichiarato chiaramente che “la cura è di gran lunga peggiore dell’infezione, essendo la chimica (e i pesticidi lo sono) responsabile di gravi danni alla salute umana”, e non vi sono dubbi che irrorare pesticidi ovunque nella zona considerata a rischio infezione (che è molto vasta) non potrebbe che avere tremende ricadute sull’ambiente come sulla salute umana.
La Xylella fastidiosa e gli ulivi, un caso complesso e ancora non del tutto chiaro
Il caso della Xylella fastidiosa e del disseccamento rapido delgi ulivi è molto più complesso di quanto potrebbe sembrare a prima vista. Abbiamo una patologia di cui il batterio non è l’unico responsabile, alcuni ulivi trattati con metodi antichi che a quanto sembra si sono ripresi dalla patologia, la volontà di eradicare almeno 30 mila alberi resa nota dal commissario Silletti, le preoccupazioni per una soluzione al veleno che avvantaggerebbe solo le multinazionali che vendono i prodotti che gli agricoltori sarebbero (anzi saranno) costretti a utilizzare a breve. Non vogliamo assolutamente abbracciare tesi complottistiche in questa sede ma non vi sono dubbi sulla mancanza di chiarezza da parte delle autorità: il Forum Ambiente e Salute continua a chiedere i report aggiornati e completi sui campionamenti, dato che quelli di un anno fa parlano di appena 21 ulivi malati su 1750, e al di là dei dati stessi che verrebbero forniti, non si capisce perché in un simile caso di emergenza non si debba fare chiarezza prima di richiedere costose azioni da parte dei contadini e irrorazioni di pesticidi a tutto spiano. Tra le sostanze che la Regione Puglia vorrebbe cospargere il territorio abbiamo Imidacloprid, Buprofezis, Dimetoato, Deltametrina, Lambda cialotrina, Etofenprox e Clorpirifos metile.
Xylella in Salento, a rischio la salute umana a causa dei pesticidi
Giuseppe Serravezza, presidente LILT e oncologo, ha chiesto una moratoria all’uso dei fitofarmaci invitando a riflettere su soluzioni alternative, a partire da tradizionali tecniche agronomiche, e ha poi spiegato per esteso perché occorre evitare questo avvelenamento del territorio sistematico e su larga scala. Parole che ricordano ancora una volta quello che tutti sembrano continuamente dimenticare: vi sono conseguenze drammatiche all’immissione di sostanze chimiche nell’ambiente, correlazioni comprovate con l’insorgere di diversi tipi di tumore:
La ricerca mette in guardia dal ruolo pervasivo che gli interferenti endocrini hanno assunto nelle società industrializzate con compromissione delle matrici ambientali (acqua, aria, suolo, sottosuolo), mutazioni epigenetiche con aumento delle malattie a carico del sistema endocrino, riproduttivo e immunitario. I dati epidemiologici evidenziano che l’incidenza delle malattie si correla con le progressive e sempre più massicce modificazioni nelle condizioni di vita degli ecosistemi […]. I pesticidi entrano prepotentemente in questa emergenza in quanto interferiscono con la sicurezza e con la salubrità dei prodotti della coltivazione – di cui l’uomo si ciba – oltreché risultare contaminanti per i terreni e le falde acquifere. Talune molecole, come il clorpirifos metile e il dimetoato che la succitata determinazione regionale contempla, si fissano difatti alla parte grassa della materia.
L’oncologo ricorda inoltre che la “provincia [di Lecce] detiene, purtroppo, primati negativi in fatto di incidenza di malattia oncologica e di consumo di pesticidi”. Non tutti sembrano aver ben chiaro in mente, nella zona, a cosa si sta andando incontro, ed è per questo che Serravezza lancia anche un appello rivolto a categorie sociali, professionali, forze gli Ordini dei medici, dei biologi e degli agronomi affinché si prenda posizione contro la soluzione chimica lanciata dalla Regione Puglia.
Photo credits | Roberto Ferrari su Flickr