Valutazione di impatto ambientale
Consta di una procedura amministrativa di supporto per l’autorità decisionale finalizzata ad individuare, descrivere, valutare e ridurre al minimo gli impatti che la costruzione di un’opera architettonica o ingegneristica (infrastrutture) ha sull’ambiente, e a determinare l’mpatto ambientale prodotto dall’attuazione di un determinato progetto.
La VIA cerca quindi di stimare quali siano le modifiche, positive o negative, degli stati ambientali di fatto, indotte dall’attuazione di un’opera.
Procedimenti e prassi fondamentali:
- valutazione dello stato iniziale dell’ambiente ed analisi dei trend mostrati dai parametri di valutazione
- analisi degli impatti determinati dalla realizzazione dell’opera in fase di costruzione e di esercizio
- valutazione delle probabili alterazioni all’ambiente
- verifica dell’accettabilità di tali impatti
- se gli impatti risultassero inaccettabili si procede alla riduzione degli impatti stessi o all’elaborazione di interventi di compensazione e di mitigazione volti ad aumentare le capacità dell’ambiente di sopportare gli impatti stessi (resistenza e resilienza dell’ecosistema)
In ambito europeo la VIA si attua basandosi sul principio di precauzione e quindi in fase progettuale preventiva pertando riguarda progetti da realizzare ex novo prima dell’avvio dei lavori. In Italia spesso la VIA viene applicata ad interventi di ampliamento o cambiamento di gestione di un’opera già esistente e, pertanto, risulta inefficace.
Storia: la procedura nacque in America nel 1969, anno in cui il Congresso licenziò la legge che riguardava la posizione della funzione ambientale all’interno dell’amministrazione pubblica federale.
Si voleva introdurre la categoria giuridica dell’impatto ambientale nell’ambito di tutte le decisioni pubbliche riguardanti il fare, costruire, pianificare anche in fase finanziaria. La vera motivazione che spinse il congresso a legiferare fu però di natura politico-economica. La VIA doveva servire a tenere a bada le associazioni di cittadini formatesi spontaneamente per contrastare la costruzione di un enorme oleodotto. In Europa la VIAsi afferma negli anni 70 quando la British Petroil si allea con 2 compagnie petrolifere americane per riceverne il know-how utile allo sfruttamento del petrolio nel Mare del Nord. Anche in Europa fu l’infrastruttura energetica a veicolare l’importazione della VIA. All’esperienza inglese seguì quella francese nel momento della sua apertura al nucleare.
[Fonte: DIPTU Università Sapienza]
Per approfondire:
Miquel 1 Marzo 2017 il 3:08 am
I could not refrain from commenting. Very well written!
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