Venezia 2013, per la nuova edizione del festival del cinema della Serenissima, il Green Drop Award viene assegnato al film Ana Arabia, del regista Amos Gitai. Il premio ritorna a Venezia promosso da Green Cross International, l’anno scorso era stato assegnato al film La quinta stagione.
Assegnato il Green Drop Award 2013 al regista israeliano Amos Gitai per il suo film Ana Arabia, con protagonista l’attrice Yuval Scharf, che racconta la storia di una giornalista israeliana in una zona di confine, e la possibile convivenza pacifica tra popolazioni arabe ed ebree. La giuria, lo ricordiamo, era presieduta da Mimmo Calopresti, e in essa erano presenti anche Ottavia Piccolo e il climatologo Vincenzo Ferrara. Mimmo Calopresti ha dichiarato che il cinema italiano dovrebbe dimostrarsi più attenti all’ambiente, e ha poi aggiunto, assieme a Ottavia Piccoli
Siamo perplessi perché, in un mondo che dovrebbe prestare attenzione all’ambiente e quindi al nostro futuro, pochi film ne parlano, segno dei tempi che stiamo vivendo, in cui ognuno è concentrato sul proprio microcosmo, dimenticando quanto accade intorno a noi.
Il film Ana Arabia è stato giudicato il più meritevole film sulla sostenibilità e l’importanza di attivarsi per la salvaguardia e la conservazione del nostro pianeta. Il Green Drop Award è comunque anche l’occasione per sensibilizzare il mondo del cinema nei confronti delle proprie emissioni di CO2, secondo un recente studio di Unioncamere pari a 50 tonnellate per film. Il direttore del Green Drop Award Marco Gisotti ha infatti dichiarato:
È ora che anche l’industria cinematografica vada nella direzione della green economy. È stata viene depositata dal presidente della commissione Ambiente della Camera Ermete Realacci un’interrogazione ai ministri della Cultura e dell’Ambiente per chiedere incentivi anche per le produzioni cinematografiche green.
E così anche quest’anno si chiude il Green Drop Award, tra film ambientalisti e appelli a un cinema più verde in tutti i sensi.
Photo credits | Medici con l’Africa Cuamm su Flickr