La costituzione italiana è molto apprezzata dal mondo Occidentale perché concede al popolo diversi strumenti di democrazia. Peccato che non tutti siano utilizzati. Uno di questi è il referendum propositivo, un referendum per cui il popolo propone la legge, ma che mai nella storia della Repubblica italiana era stato utilizzato. L’hanno messo in pratica per la prima volta nei giorni scorsi in Val d’Aosta, ed è bello sottolineare che è stato fatto per uno scopo ambientale.
Ufficialmente si chiama pirogassificatore, ma siccome come sempre ci prendono in giro con le parole, è soltanto un altro modo “gentile” per nominare un inceneritore. Si tratta di un impianto che bruciando (piro) i rifiuti produce energia sotto forma di gas (gassificatore). Il problema è che oltre al gas, trattandosi di una combustione, produce anche grandi quantità di CO2 ed altri gas serra. Alcuni professionisti al soldo dei partiti politici, quasi tutti compatti in favore dell’impianto, avevano garantito che le emissioni sarebbero state minime, trascurabili, ma la popolazione non si è fidata e si è recata in massa alle urne.
Secondo quanto affermato dal presidente dell’azienda produttrice dell’impianto, le sue emissioni in seguito alla combustione di 30 tonnellate di rifiuti sono inferiori a quelle di un caminetto domestico. Non la pensano così i cittadini riuniti in un comitato, i quali accusano l’azienda di nascondere le emissioni di alcune particelle pericolose per la salute umana che non vengono considerate quando si parla dell’inquinamento prodotto dall’impianto. Inoltre alcuni comitati affermano che l’impianto che sarebbe dovuto essere costruito non corrispondeva a quanto promesso, una struttura piccola quanto due container, ma qualcosa di molto più grande, in grado di produrre 1 milione e 800 mila metri cubi di gas inquinanti. Molto più di un caminetto.
Inoltre il rendimento energetico è basso e buona parte di esso servirà per vetrificare le ceneri residue in modo da ridurre le scorie. Il problema è che poi queste diventeranno rifiuti speciali che non possono essere bruciati, ma che dovranno andare ad ingrossare stavolta una discarica apposita che, in sua assenza, ci sarebbe stata comunque per stoccare i rifiuti non pericolosi. Con un risparmio in termini monetari e di emissioni consistente. Risultato: con un quorum al 45% sono andati a votare in oltre il 48%, con un 94 e passa per cento di votanti che ha votato Sì alla legge che blocca il pirogassificatore. Una vittoria di una battaglia soltanto visto che, quando si saranno calmate le acque, ci riproveranno sicuramente da qualche altra parte.
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maurizio 26 Dicembre 2013 il 11:21 pm
Salve dall’alta savoia dove gli stessi problemi devono essere combattuti ma come fare quando le leggi sono ignote e le pratiche anti democratiche. Un contracambio di idee sarrebbe ricco, maurizio di Europe écologie les verts de faucigny mont blanc.