Per le vacanze ecologiche, il turismo ambientale o l’ecoturismo che dir si voglia, la crisi nel nostro paese non c’è. Nell’ultimo anno si è registrata una crescita del 2%, il doppio rispetto all’aumento del settore turistico in generale. Le presenze nei parchi italiani hanno toccato quota 101 milioni: tale settore green, se incentivato potrebbe apportare enormi benefici anche in termini turistici ed economici alla penisola.
A Palermo sono stati presentati di recente, entro il convegno Parchi come luogo di incontro tra green economy e green society, gli ultimi dati dell’indagine Aaster che porta lo stesso titolo e su cui ci basiamo. Tra le altre rilevazioni si segnala anche la classifica dei parchi naturali più richiesti del paese, ovvero
il Parco Nazionale d’Abruzzo, il parco Gran Paradiso, lo Stelvio, le Cinque Terre, le Dolomiti Bellunesi, il Pollino, le Foreste Casentinesi, la Majella, la Sila.
Sulla questione è intervenuto anche il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando, dichiarando che i dati presentati sul turismo ambientale, le attività green nei nostri parchi e le vacanze ecologiche, sono decisamente importanti, e che con questo tuttavia
non esaurisce certo il significato del sistema dei parchi, anche nell’ambito della loro valorizzazione in termini di green economy. I parchi sono la nostra riserva strategica di aria, acqua, biodiversità: sono un valore in sé. E allo stesso tempo rappresentano un laboratorio per lo sviluppo di nuove forme di economia, di vita, di società.
E come ha giustamente aggiunto il presidente di Federparchi Sammuri, non bisogna dimenticare lo straordinario patrimonio di biodiversità proprio del nostro paese, che da tal punto di vista può essere considerata “la Germania d’Europa”. L’Italia dal punto di vista naturale è un paese ricco ed è fondamentale per la penisola puntare sul turismo di qualità, sulle attività green, sulla valorizzazione delle proprie risorse naturali.
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