La comune uva da tavola è infestata da pesticidi in una percentuale che risulta sorprendentemente alta. Su 124 campioni prelevati nei vari Paesi dell’Unione Europea, solo uno è risultato completamente privo di sostanze chimiche tossiche.
Si tratta dei dati sconvolgenti presentati in questi giorni in ben cinque Paesi dell’Unione, raccolti dalle rispettive organizzazioni afferenti al Pesticide Action Network e Greenpeace Germania. In Italia a occuparsi della ricerca e a coordinare lo studio è stata Legambiente. Nel nostro Paese, come riferisce lo stesso rapporto dell’associazione ambientalista, sono stati prelevati 24 dei 124 campioni di uva da tavola esaminati in totale in Europa:
L’analisi, che ha coinvolto i supermercati delle catene Coop, Esselunga, Metro, Lidl e Carrefour in sette regioni (Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Campania), nei quali l’uva e’ stata prelevata nella settimana compresa tra il 9 e il 16 ottobre permette di confrontare i dati raccolti in Italia, Francia, Olanda, Germania, Ungheria, per un totale di 124 campioni di uva, dei quali 24 prelevati nel nostro paese.
Nell’uva esaminata, nel totale solo un campione è risultato essere privo di componenti chimiche. In alcuni grappoli francesi sono stati addirittura rinvenuti 16 principi attivi per campione, come riportato nel dossier finale relativo all’indagine:
I risultati complessivi (nei 5 paesi) mostrano un solo campione sui 124 analizzati, privo di residui chimici; 2 campioni contaminati da un pesticida e 121 campioni con residui di due o piu’ principi chimici tra i quali un’uva francese con ben 16 principi attivi. Tra questi, 3 campioni sono risultati fuorilegge secondo la normativa attuale.
In Italia la situazione che si prospetta per l’uva da tavola non è certo delle migliori, come fa notare proprio Legambiente:
Delle 24 uve analizzate, tutte risultano contaminate da pesticidi. In totale 31 sono i principi attivi diversi trovati, in misura di 6,6 su ogni campione. Nello specifico, sette campioni sono stati etichettati come non raccomandabili e 17 hanno ricevuto l’etichetta di attenzione. Nessuno ha ricevuto l’etichetta di raccomandabile. Una politica veramente corretta nei confronti dei consumatori da parte delle catene della grande distribuzione alimentare dovrebbe vedere i supermercati quali principali garanti della qualità dei prodotti in commercio.
[Fonte: www.ansa.it]
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