Fragole, mirtilli, arance, uva: gli studenti di chimica della Rowan University (Glassboro, N.J.) sono alle prese con questi frutti e per una ragione che non ha nulla a che vedere con la piramide alimentare.
Gli ingegnosi ricercatori stanno infatti cercando di usare la frutta per produrre energia solare.
Come? Semplicemente cercando di produrre celle solari dal succo dei frutti.
Le celle fotovoltaiche oggi sono molto efficienti, ma essendo prodotte con silicone cristallino, lo stesso usato per i chip dei computer, risultano anche costosissime. La nuova generazione di fotovoltaico dovrà sforzarsi di abbattere i costi per conquistare una maggiore fetta di mercato.
Ed è quello che stanno cercando di fare John Manganaro, Dave Lawrence, Anthony Antonelli e Bill Green, studenti giovanissimi coordinati dal loro docente Darius Kuciauskas.
Un processo complesso, quello ideato dai ricercatori, che porta all’estrazione di colorante dalla frutta che viene successivamente filtrato, separando le particelle pesanti, e ottendo una soluzione acida.
Successivamente il liquido viene spostato in un conduttore di vetro, aggiungendo elettroliti di iodio e potassio.
Quando la luce solare picchia, il composto chimico riscaldandosi eccita gli elettroni che raggiungono un conduttore di vetro generando elettricità. Questa invenzione permetterebbe di realizzare celle fotovoltaiche a basso costo.
MarcoP 14 Agosto 2008 il 8:16 am
Interessante, però silicon va tradotto con silicio non silicone.
E credo che la stessa ricerca sia stata fatta da UniRoma2, dip. ing. elettronica:
http://www.repubblica.it/2006/11/sezioni/ambiente/solare/cellule-mirtillo/cellule-mirtillo.html
http://www.unimagazine.it/index.php/it/nazionale/prima_pagina/attualita/tor_vergata_sperimenta_le_nuove_energie_solari
http://it.youtube.com/watch?v=ChbPWT4f0dI
Per una volta che facciamo qualcosa in Italia citiamolo no? 😉
M.