Negli USA gli artisti si uniscono per protestare contro la tecnica del fracking: Yoko Ono e Sean Lennon lanciano l’iniziativa Artist Against Fracking che raccoglie, tra gli altri, Susan Sarandon, Lady Gaga e Leonardo Di Caprio.
Fracking negli USA: cantanti, attori, uomini e donne di spettacolo, tutti insieme contro il fracking. Le celebrità raccolte in tutto sono più di 200 e il loro appello è rivolto al governatore dello stato di New York affinché neghi l’autorizzazione per la tecnica estrattiva che, iniettando acqua miscelata a sabbia e a svariate sostanze chimiche, viene utilizzata per ricavare gas dalla frantumazione delle rocce nelle profondità del terreno.
Yoko Ono e Sean Lennon, in particolare, hanno realizzato la canzone, con il relativo video, “Don’t Frack My Mother”, e chi conosce l’inglese avrà capito il gioco di parole. L’associazione non nasce ora: è già riuscita a far rimandare la decisione sul fracking che si aspettava già nell’estate 2012. Ma non solo grandi nomi dello spettacolo, della musica, del cinema: anche tanti scienziati. Da poco è infatti giunto un nuovo studio realizzato dagli esperti di Stanford e pubblicato su Energy Policy che calcola le conseguenze a lungo termine della scelta di autorizzare il fracking: si parla di miliardi di dollari di danni causati dall’inquinamento che sarebbero risparmiati, nonché 4 mila decessi indiretti.
Insomma le tante celebrità coinvolte, da Di Caprio a Susan Sarandon passando per Lady Gaga e Robert De Niro, sbandierano davanti all’opinione pubblica ciò che gli scienziati sostengono da anni: il fracking è una tecnica estrattiva pericolosa che genera pesanti danni ambientali, non solo per la pratica perforativa e iniettiva in sé, ma anche per le pratiche che con il fracking vanno a braccetto: una su tutte, la creazione di pozzi di reinizione di parte delle sostanze precedentemente estratte.
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