Se si esclude la Francia e pochissimi altri Paesi, sicuramente gli Stati Uniti, con le loro oltre cento centrali nucleari, sono il Paese più dipendente dall’atomo, e certamente quello che ha più centrali in casa. Ma nonostante questo il 2011 ha segnato un importante dato: le energie rinnovabili hanno superato la quantità di energia fornita rispetto al nucleare.
In particolare, secondo la Energy Information Agency, le 104 centrali nucleari americane hanno coperto appena il 10,6% del fabbisogno energetico nazionale, numeri fortemente in calo forse dovuti ai maggiori controlli dopo Fukushima che hanno fatto lavorare a regime ridotto molte centrali. In compenso le rinnovabili hanno fornito il 12% di energia in più.
Un po’ la paura di nuovi incidenti nucleari, un po’ per l’inquinamento ed il costo dei combustibili fossili, fatto sta che gli americani, la principale economia mondiale, hanno deciso di investire più sulle fonti pulite che sui vecchi ed inquinanti carbone, petrolio e soci. In particolare l’energia rinnovabile è cresciuta del 14,4% rispetto al 2010, grazie in particolare all’idroelettrico, alle biomasse e ai biocarburanti. Tutti questi dati hanno permesso di aumentare di un punto percentuale il fabbisogno nazionale soddisfatto dalle rinnovabili. L’energia termica e solare invece, nonostante siano tra le più sfruttate, hanno fatto registrare incrementi minimi, molto al di sotto delle fonti sopra citate.
L’incremento rispetto al nucleare è certamente degno di nota, degno di titolo, ma più di tutto mostra ancora quanta strada abbia fatto lo stato americano nel mercato delle fonti non inquinanti, che sono da esempio e da stimolo al mercato mondiale e che dimostra come investire in queste forme di produzione elettrica è più conveniente di quanto vogliano farci credere. Peraltro in un periodo di difficoltà per l’economia, in cui tutti i settori registrano un calo, tranne quello delle energie rinnovabili. Sono ancora lontani gli obiettivi del 50% o più della copertura del fabbisogno energetico, ma piano piano ci stiamo arrivando.
[Fonte: Treehugger]
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