Una delle armi dei Repubblicani durante la campagna elettorale è stata sottolineare che gli obiettivi ambientali di Barack Obama, suo cavallo di battaglia quattro anni fa, non sono stati rispettati. C’è da dire che probabilmente mai un presidente degli Stati Uniti aveva attuato una campagna ambientale così convinta come quella dell’attuale, ma effettivamente molte promesse sono state disattese. Durante la convention di un paio di giorni fa però Bill Clinton, ex Presidente Democratico, ha voluto sottolineare che quanto fatto da Obama in campo ambientale è comunque da ritenersi positivo.
Clinton ha voluto cominciare dalla fine, e cioè dall’ultimo provvedimento preso appena qualche settimana fa che riguarda i nuovi standard per le industrie dell’automobile, ed in particolare il raddoppio del chilometraggio con un litro di benzina. Questa legge non solo farà diminuire le emissioni, ma taglierà della metà il costo per il pieno da parte dei cittadini. Inoltre rende l’America un passo più vicina all’obiettivo dell’indipendenza energetica e creerebbe altri 500 mila posti di lavoro.
Inoltre a Clinton piace il piano energetico di Obama che punta sull’efficienza energetica. Se non è possibile passare dall’oggi al domani alle rinnovabili, magari è più furbo spendere meno energia in modo da far risparmiare i consumatori e ridurre le emissioni. Grazie al suo piano, afferma Clinton, durante questi 4 anni si è registrato il tasso di importazione del petrolio più basso degli ultimi 20 anni. Insieme a questi provvedimenti ci sono anche quelli riguardanti le rinnovabili, con il raddoppio dell’energia prodotta da fonti pulite.
Infine non poteva mancare la stoccata agli avversari, rei di voler distruggere i parchi nazionali, smantellare l’EPA ed eliminare tutte le norme anti-inquinamento che Obama, con grande sforzo, è riuscito a far introdurre. Ed il diretto interessato? Lui, da parte sua, non può far altro che confermare che, in caso di rielezione, continuerà con la strada già intrapresa perché, come ha affermato recentemente rispondendo alle invettive Repubblicane:
il riscaldamento globale non è una bufala.
E sembra che l’America se ne stia accorgendo.
[Fonte: Treehugger]
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