Nel tentativo di intensificare le pressioni sui Paesi in via di sviluppo ad assumere ambiziose riduzioni delle emissioni e costringendoli a passare alle fonti energetiche rinnovabili, un importante funzionario degli Stati Uniti ha scritto alla Banca Mondiale per raccomandarla di fermare i finanziamenti per le centrali a carbone nei Paesi in via di sviluppo.
In una lettera scritta alla Banca mondiale, il direttore esecutivo presso il Gruppo della Banca mondiale, Whitney Debevoise, ha spiegato che alcune banche hanno la responsabilità di costruire un quadro di finanziamento che garantisce l’attenuazione delle emissioni di gas a effetto serra e rafforza le economie dei Paesi in via di sviluppo economie contro i cambiamenti climatici.
Queste raccomandazioni controverse hanno il potenziale di scintille che possono scatenare una tempesta diplomatica se i Paesi in via di sviluppo come Cina e India contesteranno il contenuto della lettera. India e Cina, insieme a decine di altri Paesi in via di sviluppo, continuano a fare affidamento sul carbone come fonte primaria di generazione elettrica. I Paesi in via di sviluppo stanno cercando di ampliare le loro centrali a carbone, al fine di stimolare la crescita economica, mentre cercano di attenuare le emissioni di carbonio accedendo alle tecnologie pulite, tramite un accordo internazionale sul clima.
La crescita maggiore dovrebbe provenire dall’Asia. La Cina ha costituito enormi riserve di carbone, mentre l’India si propone di portare l’energia elettrica a buon mercato per i suoi villaggi. Non vi è dubbio che le istituzioni finanziarie internazionali abbiano la responsabilità per garantire che i progetti siano ambientalmente sostenibili e, infine, contribuiscano alla crescita economica più pulita del Paese. Tuttavia, queste istituzioni devono inoltre garantire che le tecnologie pulite siano a disposizione dei Paesi in via di sviluppo.
Staccare la spina di tali progetti potrebbe avere un impatto diretto sulla crescita economica e sul tasso di miglioramento del tenore di vita della popolazione locale. La soluzione all’aumento delle emissioni di carbonio non è così semplice come costringere i Paesi in via di sviluppo a passare alle fonti energetiche rinnovabili per soddisfare i loro bisogni di base come la generazione di energia.
In mancanza del carbone, le uniche opzioni rimaste ai Paesi in via di sviluppo sono il petrolio, il gas e l’idroelettrico, ma i costi dei primi due sono elevati, ed il terzo non ha le potenzialità per soddisfare una parte cospicua della loro fabbisogno energetico, ammesso che tutti questi Paesi abbiano accesso ad abbastanza risorse idriche.
Fonte: [Matter Network]
Nexso 30 Gennaio 2010 il 2:56 am
In sè è giusto ma se ci pensiamo bene, fa un po’ ridere:
gli stessi Paesi sfruttati dai Paesi ricchi perché lì non esistono leggi, adesso sempre per lo stesso motivo, li costringono a passare a metodi alternativi per
non inquinare. Che si guardino un attimo in faccia.
Vae Victis…