I mutamenti climatici hanno già cominciato a far notare il loro effetto. Per questo in molte parti del mondo si stanno già prendendo provvedimenti, e tra questi ce n’è uno nuovo: un’assicurazione contro i danni da cambiamento climatico. E’ quello che gli Stati americani della California, Washington e New York hanno chiesto recentemente alle principali compagnie assicuratrici del Paese.
Secondo quanto riporta il New York Times, queste clausole già ci sarebbero, ma per paura che siano troppo dispendiose, molte compagnie fanno finta di nulla e non le promuovono. Per questo i rappresentanti di questi Stati hanno chiesto una maggiore pubblicità per rendere noto a tutti che il pericolo c’è e che esiste anche il modo per tutelarsi dai danni.
Tra i fattori principali che sono derivanti dal riscaldamento globale ci sono i danni provenienti dagli incendi, dall’innalzamento del livello del mare o quelli dovuti alla siccità ed alle temperature sempre più alte. Gli USA, nonostante in questi giorni stiano decidendo quale candidato repubblicano mandare a sfidare Obama, pur sapendo che tutti questi negano l’esistenza del fenomeno, hanno molta paura del riscaldamento globale, in particolare dopo l’ondata di caldo record dello scorso anno avvenuta in Texas, contemporanea alle tempeste avvenute in altre zone, o subito dopo la super-nevicata che bloccò New York lo scorso inverno.
Inoltre gli scienziati continuano a ribadire la necessità di ridurre le emissioni di carbonio, in particolare proprio in quel Paese che è il secondo emettitore mondiale dopo la Cina, un dato innegabile, altrimenti questi avvenimenti accadranno sempre più di frequente in futuro. Ed anche se alcuni scienziati al soldo dei repubblicani continuano a dire che questi fenomeni metereologici non possono essere collegati ai mutamenti climatici, la paura c’è e forse un’assicurazione contro questi danni potrebbe fare rasserenare alcune persone. Certo, poi bisognerà trovare un perito che confermi che ad esempio i danni di una nevicata record siano riconducibili al riscaldamento globale, ma questa è un’altra storia.
[Fonte: Treehugger]
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