Urban warming
Il fenomeno dell’Urban Warming, definito più precisamente urban heat island (UHI), osservato già nel 1810 da Luke Howard e descritto da Geiger nel 1961 consta di un’anomalia di temperatura peculiare dell’ambiente urbano che, in genere, presenta valori di temperatura di qualche grado superiori rispetto all’ambiente circostante. Tale differenza tocca il suo massimo in inverno, in presenza di condizioni di alta pressione e calma di vento.
Nel ciclo diurno la differenza è particolarmente apprezzabile a partire da qualche ora dopo il tramonto, in quanto l’ambiente urbano comincia a raffreddarsi con notevole ritardo e molto più lentamente rispetto a quello rurale circostante, a causa del calore accumulato principalmente dagli edifici. Si riassumono di seguito le possibili cause che portano alla formazione dell’isola di calore che sono state investigate da Oke (1987) e più recentemente da Christen & Vogt (2004)
- raffreddamento radiativo minore a causa della riduzione del fattore di vista del cielo (sky view factor) causato dalla presenza di edifici alti;
- aumento dell’assorbimento della radiazione solare a causa della bassa albedo dell’asfalto e dei materiali da costruzione utilizzati per le superficidegli edifici;
- riflessioni multiple delle radiazioni solari sulle facciate dei grattaceli che si affacciano su una strada (urban canyon effect);
- immissione diretta o indiretta di calore nei canyon urbani (soprattutto trattasi di calore prodotto dagli impianti di riscaldamento e di condizionamento);
- grande accumulo diurno di calore negli edifici e successiva cessione notturna;
- aumento del rapporto fra flusso di calore latente e sensibile (rapporto di Browen) a causa della scarsa presenza di vegetazione e dell’elevata impermeabilità dei materiali;
- riduzione del mescolamento atmosferico a causa della scarsa ventilazione provocata dalla presenza di edifici alti che inibiscono i moti convettivi ascensionali delle masse di aria calda;
- utilizzo di materiali da costruzione ad alta ritenzione di calore;
- impermeabilizzazione della superficie del terreno che impedisce il processo entalpico di evaporazione dell’acqua ritenuta nel suolo che per sua natura dissipa calore.
L’effetto isola di calore peggiora la qualità dell’aria accrescendo la produzione di agenti inquinanti come l’ozono ed i NOX, attira animali dalla campagne nella stagione invernale (noto è il caso della volpe) sconvolgendone i cicli biologici e promuovendone la sinatropizzazione, stressa la vegetazione presente in ambiente urbano, oltre a diminuire il grado comfort per l’uomo. L’effetto isola può essere considerevolmente ridotto aumentando la permeabilità della superficie urbana nei seguenti modi:
- riducendo l’impiego di materiali lapidei ed asfalto nelle pavimentazioni (ad esempio stabilizzando le superfici a parcheggio con prati armati o terra battuta)
- aumentando la presenza arborea in città, poiché la superficie traspirante fogliare (leaf area index) di un solo esemplare può arrivare alle decine e decine di metri quadri
- dotando la città di un gran numero di parchi, boschi urbani, orti superfici di diretto contatto terreno-atmosfera.
- impiegando tetti verdi e roof gardens
Per approfondire:
[Fonte: biometeolab ]
Gregory 1 Marzo 2017 il 12:48 am
What’s up to every single one, it’s really a good for
me to pay a visit this site, it consists of important Information.
Feel free to surf to my web blog ig