Cambiano gli standard di vendita di numerosi prodotti del mercato ortofrutticolo, per i quali l’Unione europea ha eliminato i rigidi parametri di perfezione, finora requisiti indispensabili per rientrare nella frutta e verdura smerciabile sul bancone di fruttivendoli e verdurai.
E così troveremo nel reparto ortofrutta anche i frutti bruttini, ammaccati, bitorzoluti, gobbi, insomma quelli che fino ad ora erano solo un vago ricordo legato all’agricoltura priva di trattamenti dei nostri nonni.
A segnare questo cambiamento di rotta contro modelli di frutta e verdura considerati troppo perfetti sono stati i ventisette Paesi aderenti all’Unione, che hanno deciso di approvare la proposta in materia avanzata dalla Commissione Europea.
I prodotti ortofrutticoli svincolati dai precedenti parametri sono in tutto ventisei ed includono alcuni tra i più comuni ortaggi e frutti che arrivano sulle nostre tavole quotidianamente: carciofi, asparagi, albicocche, meloni, melanzane, aglio, cipolle, cavoli, prugne e spinaci.
I commercianti potranno vendere questi prodotti senza più preoccuparsi della loro forma strana, delle imperfezioni sulla buccia, dei bitorzoli. Insomma, è una vera e propria rivincita dei bruttini, quella siglata dall’Unione.
A rimanere invariati saranno invece i rigidi standard previsti per la vendita di altri dieci prodotti, tra cui fragole, peperoni e mele, anche se i negozianti potranno comunque smerciarli previa segnalazione ai consumatori per mezzo di diciture specifiche.
La decisione di rendere maggiormente flessibili i parametri sulle vendite di frutta e verdura è stata sostenuta dal commissario Ue all’agricoltura Mariann Fischer Boel, al fine di snellire le trafile burocratiche sullo smercio di questi prodotti, abbassando anche i prezzi e garantendo un risparmio considerevole.
Non contenti sembrano invece la Cia e Coldiretti, per i quali la forma resta un importante misura di qualità di frutta e verdura. Il rischio è che il consumatore si ritrovi a pagare un prezzo elevato per prodotti di scarto.
Non si trova d’accordo con il provvedimento nemmeno il nostro ministro dell’Agricoltura, Luca Zaia, dal momento che l’Italia ha fatto molto per uniformarsi ai parametri sino ad ora vigenti e si rischierebbe di annullare i molteplici sforzi in direzione degli standard.
Ma i consumatori, soggetti più direttamente coinvolti nel provvedimento, cosa ne pensano di zucchine ricurve, carote bitorzolute, ciliegie non proprio tonde e cetrioli un tantino gobbi? Staremo a vedere quali saranno le reazioni degli acquirenti davanti a frutta e verdura non proprio perfetta, intanto fateci pure partecipi delle vostre opinioni a riguardo.
Ermange 13 Novembre 2008 il 2:46 pm
Non ho capito bene una cosa: i frutti e le verdure più “bruttine” avranno un prezzo inferiore (vedi Melinda e Melasì) o saranno venduti al medesimo prezzo? Se non c’è differenza di prezzo il rischio e che a fine giornata il fruttivendolo o il rivenditore si ritrovi ancora tutti i frutti e le verdure acciaccate…occorre un incentivo secondo me!
Paola Pagliaro 13 Novembre 2008 il 3:09 pm
Si credo avranno un prezzo inferiore, dal momento che il grande gruppo di distribuzione Sainsbury’s, a favore della disposizione Ue, ha affermato che il risparmio per i consumatori sarebbe del 40%. C’è da dire però che bisognerà affrontare proprio il rischio della dequalificazione della merce, provocata dall’abbassamento del valore dei prodotti. Il provvedimento entrerà in vigore a partire da luglio 2009, dovremo aspettare per conoscerne gli effetti…