Il problema dell’abuso di cavie animali, come conigli, roditori, gatti e scimmie nella ricerca scientifica, è da sempre un tema molto caro a noi di Ecologiae.
Se è inevitabile riconoscere l’utilità dell’utilizzare test sugli animali per sperimentare nuove cure contro le malattie più rare e mortali per l’uomo, non possiamo che scandalizzarci quando si fa soffrire un coniglio solo per testare l’efficacia dell’ennesima lacca per capelli o di un prodotto depilatorio, come vi abbiamo mostrato nelle raccapriccianti immagini diffuse da Petatv, la televisione che difende i diritti degli animali dai soprusi dell’uomo.
Dopo la mobilitazione di numerose associazioni, in primis la Lav (Lega Antivivisezione), di numerosi rappresentanti dello star system, dell’opinione pubblica mondiale, e più in generale di tutti gli animalisti, qualcosa sembra muoversi anche in Europa.
A Bruxelles, infatti, l’Unione si è pronunciata contro l’utilizzo delle scimmie nella ricerca scientifica, salvo in casi rari, previa autorizzazione speciale concessa a favore di ricerche che si rivelino effettivamente fondamentali per la sopravvivenza della specie umana e per debellare gravi malattie.
Al momento si tratta di una proposta, presentata in Commissione, che mira ad aggiornare le dispositive vigenti che risalgono a ventidue anni fa, ormai obsolete.
Occorre una risposta concreta, che metta un freno alle sperimentazioni assurde e non necessarie, una sofferenza atroce per molti animali, priva di ogni fine scientifico. Se verrà approvato da Consiglio e Parlamento, il decreto restrittivo metterà in salvo dai test scientifici tutte le scimmie, dagli scimpanzè agli orangutango.
Ogni anno vengono impiegati come cavie circa dodici milioni di animali. Disposizioni più severe sono previste anche per quegli animali di cui verrà concesso, previa autorizzazione, l’uso per i test. Dovranno infatti essere alloggiati in gabbie abbastanza ampie, non ammucchiati come succede ora in spazi angusti, ricevere le cure adeguate e bisognerà fare in modo che non soffrano inutilmente.
Come ha dichiarato il commissario all’ambiente dell’Unione Europea Stavros Dimas:
La ricerca scientifica deve fare il possibile per trovare metodi alternativi e in loro assenza deve migliorare le condizioni degli animali.
Nexso 9 Novembre 2008 il 1:48 pm
Speriamo davvero che le cose cambino.
Purtroppo avere titoli accademici, non assicura che la persona possedente sia intelligente. Sentire da un laureato in Scienze Sociali che il 90% delle donne si lascia attirare dall’apparire di uomo, mi sconvolge negativamente. Stessa cosa qui: se non capisco le sofferenze degli animali, ci sarà poco da fare.
cleo 22 Luglio 2010 il 6:29 pm
quelli che fanno questo sono degli stronzi
roberta bruni 28 Agosto 2010 il 6:38 pm
basta con gli esperimenti sugli animali vi prego….sapere che una povera bestiola innocente soffra le pene dell inferno per testare creme di bellezza per delle stronze di donne….e oggi pure di uomi…..mi fa vomitare………è una cattiveria a cui si deve METTERE FINEEEEEEEEE….