Ultime notizie sulla centrale di Fukushima e l’allarme radioattività in Giappone. Secondo quanto affermato dal portavoce del governo nipponico Yukio Edanio sarebbe stata sospesa la distribuzione del latte e di due tipi di vegetali in quattro prefetture giapponesi. Lo riporta l’agenzia Kyodo spiegando che il provvedimento fa seguito alla scoperta di prodotti contaminati provenienti dalle aree limitrofe alla centrale di Fukushima.
Sul fronte della messa in sicurezza dell’impianto oggi sono da registrare dei progressi. In primis i cavi dell’elettricità riallacciati in tutti e sei i reattori, un passo cruciale per portare avanti i piani di stabilizzazione, qualunque essi siano. Quello che appare certo, in queste ore, è che la centrale di Fukushima non tornerà in funzione.
In Europa, dopo l’allerta dell’OMS sui cibi contaminati, sale la preoccupazione sul fronte alimentare. Non meno ansia desta la sicurezza delle centrali nucleari di vecchia generazione presenti sul territorio dell’Unione, un rischio ben più vicino e tangibile in caso di terremoti e disastri naturali di vasta portata che dovessero malauguratamente colpire il Vecchio Continente.
Le parole del commissario europeo all’energia Ghunter Oettinger, d’altra parte, non sono particolarmente rassicuranti sul probabile esito degli stress test che l’UE ha deciso per mettere alla prova la resistenza degli attuali impianti.
Penso che gli stress test che noi vogliamo realizzare su tutti i reattori nucleari mostreranno che non tutti soddisfano le più alte norme di sicurezza. I test dimostreranno che uno o l’altro dei 143 reattori farà fatica a soddisfare le norme più elevate.
Non sorprende, dal momento che il 20% dei 440 reattori nucleari attualmente operativi nel mondo è localizzato in un’area sismica. Ad affermarlo è un documento diffuso dalla World Nuclear Association.
Ma c’è di più: pare che 62 delle centrali in costruzione e 400 di quelle per le quali è stata richiesta l’autorizzazione abbiano vicino delle faglie.
Tornando al Giappone, la stessa associazione spiega che quasi tutti i reattori presenti sul territorio giapponese sono a rischio alto o molto alto di un forte terremoto da qui ai prossimi 50 anni.
In bilico anche la sicurezza in caso di sisma di sei reattori a Taiwan, quattro negli USA (tre in California ed uno a Washington), uno in Pakistan, uno in India, e quelli pianificati dall’Iran. Va meglio in Europa, se si escludono alcuni reattori sperimentali localizzati nel Sud-Est della Francia.
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[Fonte: Ansa]
Cleta 1 Marzo 2017 il 2:53 am
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