Da qualche anno si parla di una rivoluzione nel campo delle rinnovabili. Le tanto contestate turbine eoliche off-shore potrebbero presto trasformarsi in dei dispositivi semovibili che hanno un impatto ancora inferiore a quello che hanno oggi. Stiamo parlando delle turbine eoliche galleggianti, inventate in Norvegia, l’unico Paese che finora le ha installate, ma entrate nei progetti di Gran Bretagna e Portogallo.
Per essere precisi, la Norvegia “era” l’unico Paese che le aveva installate. Sì perché la scorsa settimana se ne è aggiunto un altro, gli Stati Uniti, che ne hanno realizzata una al largo del Maine. Si tratta della prima turbina eolica galleggiante (o flottante) della storia degli Stati Uniti e la seconda a livello mondiale. Alta quasi 20 metri è molto più piccola rispetto a quelle tradizionali, ma ha quasi la stessa potenza. È infatti in grado di produrre a pieno regime 5 Megawatt di energia contro i 6 di una turbina off-shore installata nel terreno.
Con molti meno disagi però, sia per i pesci che praticamente non se ne accorgono, che per l’uomo, visto che ha meno bisogno di manutenzione ed è anche più facile intervenire su di essa dato che basta riportare in porto la nave sulla quale è installata per apportare eventuali modifiche. Anche se per adesso la potenza installata è bassa e l’impianto è costoso (circa 12 milioni di dollari nel complesso tra questa e l’altra turbina che verrà installata al largo dell’Oregon), secondo gli esperti questo potrebbe essere il futuro dell’eolico. Sviluppandosi infatti, sul lungo periodo l’intero apparato potrebbe costare di meno, e al contempo potrebbe sfruttare meglio le correnti che si formano sul mare e che sulla terraferma arrivano indebolite.
Sono sempre più i Paesi che stanno puntando su questa forma energetica, in particolare in Europa, perché si adatta facilmente a qualsiasi tipo di fondale dato che non ha più bisogno di una profondità minima di 50 metri e si può spostare praticamente ovunque.
[Fonte e foto: Treehugger]