Specchio di un Paese che spesso fatica a trovare indirizzi di sviluppo condivisi, il Passante ferroviario di Firenze è una di quelle opere infrastrutturali attorno a cui si è spaccata l’opinione pubblica e la stessa politica. Passaggio strategico secondo alcuni o intervento superfluo secondo altri, il Tunnel TAV di Firenze continua a dividere.
Cos’è il Passante ferroviario di Firenze
Per addentrarci nell’argomento è anzitutto il caso di ricapitolare brevemente cosa s’intenda con Passante ferroviario di Firenze. L’opera rientra nel più ampio progetto per l’alta velocità ferroviaria e prevede la realizzazione di un nuovo tratto ferroviario all’interno dell’area urbana di Firenze dedicato esclusivamente al transito dei treni ad alta velocità. Il tratto ha una lunghezza di circa 9 km ed è destinato a svolgere una funzione di raccordo tra le linee in alta velocità Bologna-Firenze a nord e Firenze-Roma a sud creando una continuità nella linea AV.
Più dei due terzi dell’opera, circa 6 km, sono da realizzare attraverso due gallerie ortogonali. Sul sito dedicato all’opera (il cui aggiornamento è però fermo al 2013) si spiega che nel progetto originario il passaggio al tratto interrato è previsto in prossimità della stazione di Firenze Rifredi per poi tornare in superficie nei pressi della stazione di Firenze Campo Marte. Lungo il percorso è prevista anche la realizzazione di una nuova stazione ferroviaria sotterranea dedicata all’alta velocità. I due tunnel paralleli è previsto abbiamo un diametro interno di circa 8,3 m ed arrivino ad una profondità massima di circa 25 m.
Il passante ferroviaria ed il Tunnel TAV di Firenze sono pensati per affiancare la linea ad alta velocità che già attraversa la città con l’obiettivo di differenziare il traffico. Attraverso il passante i treni veloci disporrebbero di una tratto dedicato, eliminando in questo modo le interferenze con il traffico ferroviario locale al quale tornerebbero vantaggi indiretti anche dalla maggiore disponibilità delle linee esistenti.
Tunnel TAV di Firenze, alternativa alle linee di superficie
Nel progetto del passante ferroviario, il Tunnel TAV di Firenze è storicamente il punto di maggiore contrasto. Una situazione comprensibile considerando il patrimonio storico ed ambientale del capoluogo toscano ed il suo delicato equilibrio. Sono stati quindi molteplici le soluzioni tecniche prese in considerazione inclusa la possibilità di realizzare un attraversamento di superficie della città. Quest’ultima soluzione è stata però scartata perché ritenuta di maggiore impatto sulla città: un attraversamento di superficie avrebbe infatti richiesto la demolizione di molti edifici, la presenza di cantieri più invadenti ed un aumento della rumorosità ambientale.
Proprio attorno alla realizzazione del tunnel sono sorte le maggiori perplessità tra cittadini e forze politiche. Il MoVimento 5 Stelle Firenze, l’associazione IDRA ed il Comitato no tunnel tav di Firenze hanno più riprese espresso dubbi sulla necessità dell’opera, sulle scelte tecniche adottate, sull’impatto sul territorio e sulla sicurezza dei cittadini più direttamente interessati dal Passante ferroviario di Firenze. Un primo fronte di contestazione riguarda l’opera in se che viene valutata come non necessaria in ragione del fatto che già esiste un tratto ad alta velocità che attraversa Firenze (come abbiamo già visto). Anche il guadagno temporale garantito dall’opera è ritenuto marginale e comunque non tale da compensare i costi e le conseguenza del tunnel.
A preoccupare è anche l’impatto dei lavori sugli edifici adiacenti alla nuova linea ferroviaria interrata. Sull’argomento è tornato di recente anche il periodico BioEcoGeo che ha presentato un documento sui danni comparsi su alcuni edifici. In effetti il problema è noto al punto che durante i lavori già svolti è stato realizzato un programma di monitoraggio degli edifici (qui sono disponibili maggiori dettagli) Oltre agli eventuali danni preoccupa anche il rischio di deprezzamento economico degli immobili, almeno fino al consolidamento del nuovo assetto urbano. Dubbi sono stati espressi anche in merito alla possibile interferenza del Tunnel TAV di Firenze sulle falde acquifere della città anche in considerazione del fatto che la nuova linea intercetta ed affianca alcuni corsi d’acqua della città.
Anche alla fase di realizzazione dell’opera sono state associate condizioni di rischio collegati ad esempio al sollevamento di polveri dai cantieri e ad un generale aumento dell’inquinamento ambientale. Si tratta evidentemente di problemi generalmente associati a qualsiasi grande cantiere nel tessuto urbano, reso però particolarmente sensibile dalla portata e dalla complessità dell’opera.
Due prospettive a confronto
La lunga storia del Tunnel TAV di Firenze richiama molto direttamente l’altrettanto complessa vicenda della TAV Torino-Lione e numerosi altri contesti simili sparsi per la penisola. In tutti questi casi si confrontano visioni differenti del Paese che per molti versi appaiono inconciliabili. Per anni si è detto che l’Italia soffre di una carenza di infrastrutture, ma quando queste vengono proposte spesso si scontrano con le esigenze e le priorità dei territori attraversati. Per contro altre aree periferiche del Paese sembrano restare costantemente escluse da questo genere di progetti con il risultato di aumentarne lo stato di isolamento e di limitarne la competitività. Un quadro che per molti versi vanta una lunga continuità storica.
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