Donald Trump ha ufficialmente firmato il decreto che prevede la ripresa della realizzazione dei due oleodotti più contestati in America negli ultimi mesi. Si tratta del Keystone XL e del Dakota Access, opere che erano state bloccate dall’amministrazione Obama.
Andremo avanti, anche se li rivedremo. Se costruiremo gli oleodotti negli Stati Uniti, lo faremo con acciaio americano”
Così si è espresso il presidente Trump al momento della firma dei decreti per gli oleodotti, all’interno dei quali è stata inserita una clausola che impone l’uso di materiali prodotti negli Stati Uniti. Non è ancora chiaro se questa clausola sarà rispettata, ma una cosa è certa: il progetto, contestatissimo anche dalle star di Hollywood, degli oleodotti va avanti a vele spiegate.
Era stata l’amministrazione Obama a bloccare la costruzione del Keystone XL e del Dakota Access per preblemi di carattere ambientale. In particolare, nel Nord Dakota i Sioux della riserva di Standing Rock avevano organizzato proteste e sit-in per far bloccare l’autorizzazione alla costruzione dell’opera. Il problema sarebbe legato al fatto che i condotti dell’oleodotto scorrono sotto il fiume Missouri e potrebbero essere dannose o contaminare le risorse idriche della riserva dei nativi indiani. Anche Leonardo Di Caprio, da sempre attento alle tematiche ambientali, si era schierato a favore dei Sioux. Adesso però entrambi i progetti saranno soggetti a rinegoziazione.
Del resto, Trump si era espresso a favore degli oleodotti già in campagna elettorale ed è intenzionato a rispettare tutte le sue promesse. Il suo approccio alle tematiche ambientali era stato chiaro fin da subito. Già all’incontro con i leader dell’auto alla Casa Bianca, Trump aveva affermato che “L’ambientalismo è fuori controllo”, sottolineando poi che spesso le industrie subiscono inutili limitazioni legate a problemi ambientali, a suo parere, inesistenti.
Photo Credit| Donald J. Trump via Facebook