Torniamo ad occuparci di uno dei più grossi rischi che l’ambiente sta correndo in questi mesi, e chissà per quanto ancora: le trivellazioni vicino al Polo Nord. Più precisamente questa volta ci occupiamo del Canada, nazione che ha la sovranità nella maggior parte delle acque entro le quali avvengono queste operazioni. Il pericolo di incidente è altissimo, viene dato praticamente per scontato sia dalle autorità che dagli stessi addetti ai lavori, ma oggi si scopre un altarino inquietante: in caso di sversamenti il Canada non sa che fare.
Lo ha scoperto Scott Vaughan, Commissario all’Ambiente e lo Sviluppo Sostenibile del Canada, il quale ha effettuato una ricerca per capire cosa sarebbe accaduto se una delle tante piattaforme al largo delle coste di Terranova, Labrador o della Nuova Scozia, fosse stata vittima di incidente. Ricordiamo infatti che oltre alle piattaforme petrolifere, in quell’area ce ne sono molte che si occupano di estrazione del gas.
La situazione è agghiacciante: da anni la legge cerca di stabilire di chi sia la responsabilità della gestione degli incidenti, senza trovare una soluzione. Ciò significa che in caso di sversamento partirebbe il classico gioco dello scarica barile e nessuno muoverebbe mai un dito. Inoltre, anche se volesse farlo, il Paese non è pronto per gestire una situazione simile, ad esempio, a quella venutasi a creare nel Golfo del Messico. A complicare ulteriormente la situazione c’è che la responsabilità della gestione degli incidenti è suddivisa tra agenzie federali e provinciali, incompatibili tra di loro, e così le questioni giurisdizionali potrebbero rallentare la macchina dei soccorsi.
In tutto questo i responsabili degli incidenti, le compagnie petrolifere, ne uscirebbero indenni. Secondo la legge canadese infatti le società hanno una responsabilità limitata a 40 milioni di dollari di copertura degli incidenti, un’inezia se pensiamo che la BP è stata condannata a risarcire decine di miliardi di dollari per la marea nera del 2010. Per lo stesso problema ad esempio Norvegia e Groenlandia hanno posto tale limite ad un miliardo di dollari. Si sperava che il disastro del Golfo del Messico avesse insegnato qualcosa al mondo, ma evidentemente non è così.
[Fonte e foto: Treehugger]