Il Treno Verde di Legambiente e Ferrovie dello Stato giunge al capolinea e tira le somme sullo smog e l’inquinamento acustico nelle città italiane. Un bilancio finale infausto per ben 29 capoluoghi, soffocati dalle polveri sottili e off-limits, a soli quattro mesi dall’inizio del 2011, a causa dei livelli di PM10 che oltrepassano i limiti consentiti oltre i 35 giorni concessi dalla normativa UE.
I vagoni più neri di polveri sono quelli, dato ahinoi scontato, che hanno viaggiato sui binari di Milano e Torino, seguiti da Verona e Brescia. In tutto, le stime parlano di ben 6 milioni di italiani che respirano l’irrespirabile, con le nefaste conseguenze sulla salute che tristemente conosciamo, a scapito soprattutto di bambini, anziani, malati cronici e soggetti allergici ed asmatici.
La città più inquinata d’Italia è Torino che ha superato per 74 giorni i livelli di polveri sottili consentiti, Milano e Verona sono a pari ( e triste) merito con 67 sforamenti, Brescia è poco più giù a quota 63.
Non va meglio per quanto concerne l’inquinamento acustico. Sotto evidente stress per i decibel oltre misura, stando alle rilevazioni del Treno Verde di Legambiente, ci sarebbero infatti i timpani delle nove città monitorate. I cittadini più afflitti dal rumore sono gli abitanti di Genova, seguiti da quelli di Pisa e Rimini. A Rimini, per dare solo un’idea del livello di sforamento, si è rilevato un valore di 63,7 decibel nelle ore notturne, quando il limite è fissato in 40 decibel.
Rossella Muroni, direttrice generale di Legambiente, commenta il bilancio finale del viaggio di Treno Verde sottolineando come il nostro Paese sia in forte ritardo sulle politiche antismog
come testimonia anche la procedura d’infrazione europea per il mancato rispetto dei limiti di legge previsti per le polveri sottili e la mancanza di misure concrete per fronteggiare l’emergenza inquinamento. I dati sugli sforamenti giornalieri del PM10 relativi ai primi mesi del 2011 confermano una situazione a dir poco allarmante, soprattutto nelle città dell’area padana. Alla luce di tutto questo è assurdo continuare a destinare risorse pubbliche nella costruzione di nuove reti autostradali, invece di investire e potenziare il trasporto su ferro e in linee urbane ed extra urbane efficienti dedicate al trasporto pendolare.
Sull’inquinamento acustico la Muroni spiega che si tratta di un problema sottovalutato e che invece dovrebbe divenire prioritario con piani di monitoraggio e risanamento a cura dei Comuni.
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[Fonte: Legambiente]
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