Se c’è un popolo che sa cosa significa diventare bike friendly questo è quello danese. A Copenaghen, ma un po’ in tutta la Danimarca, ci si muove così tanto sulle due ruote che viaggiare in macchina è diventato molto complicato. Secondo uno studio della Federazione Europea dei Ciclisti se in tutta Europa ogni Paese fosse in grado di trasformare la propria mobilità cittadina facendola diventare come quella danese, si potrebbero ridurre le emissioni dal 12 al 26%.
In termini assoluti si tratterebbe di un range tra 63 e 142 milioni di tonnellate di CO2 ogni anno risparmiate da persone che anziché prendere l’auto scelgono la bicicletta. Attenzione perché qui non stiamo parlando di abbandonare definitivamente le automobili, ma dove possibile, in particolare in città, chi ne ha la possibilità potrebbe preferire la bici o i mezzi pubblici all’auto. Per questo i ricercatori hanno parlato di “modello danese” e non di abbandono delle auto. In Danimarca le auto si vendono eccome.
Per realizzare quest’obiettivo non ci vuole tanto. Prima di tutto bisognerebbe creare piste ciclabili in modo tale che le persone possano muoversi senza correre il pericolo di venire colpite dalle auto. Poi bisognerebbe creare parcheggi per le bici almeno tanto quanto quelli delle auto, e magari scoraggiare l’uso delle automobili, almeno in città, come ad esempio creare zone a traffico limitato.
Il risparmio è stato calcolato inserendo nel conteggio il ciclo di vita di ogni mezzo e la produzione annuale di CO2 dovuta al carburante che ogni mezzo produce. Una bicicletta emette 21 grammi di anidride carbonica nel suo ciclo di vita e 16 grammi l’anno per il carburante (il cibo che serve per dare la spinta alla persona che la guida); un autobus emette circa 101 grammi di CO2 nel ciclo di vita e 95 grammi all’anno (suddivisi in una media di 10 passeggeri al giorno), mentre un’auto emette 271 grammi di LCA e 229 grammi annui. Già solo con questi dati, moltiplicati per il numero di cittadini europei, si capisce che non si sta parlando di piccole differenze. Inoltre la Federazione ha ammesso di essere stata estremamente prudente nelle sue stime, il che significa che le differenze auto-biciclette potrebbero essere ancora maggiori.
[Fonte: Treehugger]
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