Trasformare una vecchia automobile con motore termico in un’auto elettrica sarà molto più semplice e conveniente anche in Italia. È stato infatti pubblicato in Gazzetta Ufficiale un nuovo Decreto che per la prima volta disciplina il tema della conversione dei veicoli a motore tradizionale in veicoli elettrici rendendo più semplici e meno costose le procedure da seguire.
Le norme sulla trasformazione in auto elettrica
La nuova normativa di riferimento per la trasformazione in auto elettrica di un veicolo tradizionale è contenuta nel Decreto del 1 dicembre 2015 n. 219 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’11 gennaio 2016 e definito tecnicamente come “Regolamento recante sistema di riqualificazione elettrica destinato ad equipaggiare autovetture M e N1”. Applicabile a partire dal 26 gennaio, il Decreto introduce all’articolo 2 il così detto “sistema di riqualificazione elettrica“, espressione che racchiude in se i componenti di un kit di conversione. Ogni kit sviluppato dai costruttori interessati dovrà necessariamente comprendere:
- Un motore elettrico con convertitore di potenza da montare sugli organi di trasmissione del veicolo originale.
- Un pacco batterie che alimenti il motore elettrico ed accumuli l’energia necessaria al funzionamento del veicolo. Oltre agli accumulatori veri e propri il pacco batterie dovrà includere anche sistemi di gestione e di sicurezza.
- Una interfaccia per il collegamento del pacco batterie alla rete elettrica per la ricarica degli accumulatori.
- Eventuali altri dispositivi necessari al funzionamento dell’auto elettrica.
Ogni kit di trasformazione immesso sul mercato dovrà essere preventivamente sottoposto ad omologazione. Il produttore in questo senso dovrà garantire che a trasformazione ultimata il veicolo mantenga le stesse caratteristiche in termini di prestazioni e sicurezza del veicolo originale. L’installazione dovrà invece avvenire presso un installatore autorizzato che si occuperà anche delle procedure necessarie per l’aggiornamento della carta di circolazione del veicolo.
Norme simili alle trasformazioni a GPL o metano
La nuova norma per la trasformazione di un veicolo con motore termico in un’auto elettrica riprende un modello già da anni valido per la trasformazione a GPL o metano. Proprio come in questi casi i produttori avranno la possibilità di progettare ed omologare veri e propri kit di trasformazione adattabili ad un gran numero di veicoli. Le conseguenze di questo contesto sono molteplici a cominciare dalla riduzione dei costi di sviluppo ed omologazione. Senza contare che una norma certa renderà molto più snella anche la parte strettamente burocratica.
La trasformazione in auto elettrica dovrebbe quindi diventare progressivamente meno costosa beneficiando delle economie di scala che il Decreto consente e di un mercato che potenzialmente potrebbe rivelarsi molto ampio. Proprio il successo della doppia alimentazione benzina/GPL e benzina/metano costituisce un interessante precedente che potrebbe ripetersi anche per la trasformazione in auto elettrica.
Soprattutto se i costi di trasformazione diverranno opportunamente bassi, la trasformazione dei veicoli a motore termico in veicoli elettrici potrebbe interessare un buon numero di utenti. Si pensi ad esempio ai veicoli che rispettano le vecchie normative anti-inquinamento; l’uso di queste auto è sempre più spesso limitato da blocchi e limitazioni alla circolazione che potrebbero essere superati dalla trasformazione in veicolo elettrico. Anche tra gli appassionati di auto “classiche” l’opportunità di passare all’alimentazione elettrica potrebbe rappresentare una opportunità in più per ridare nuova vita alla propria auto.
Ma andando oltre l’iniziativa dei singoli, sono forse le grandi flotte aziendali il mercato più interessate per la trasformazione in auto elettrica. Una stessa società infatti può facilmente avere decine di auto dalle caratteristiche omogenee che potrebbero essere convertite alla trazione elettrica con costi sostenibili. Una operazione che avrebbe un positivo impatto economico ed ambientale soprattutto quando i veicoli aziendali prevedono un utilizzo prevalentemente urbano.
Il progetto Reborn di Confartigianato
Per la definizione di una norma che regolamentasse la conversione dei veicoli a benzina e diesel in veicoli elettrici si è molto spesa anche Confartigianato. L’associazione di categoria ha accolto positivamente la pubblicazione in Gazzetta del Decreto 219 sottolineando come da esso derivino importati opportunità di sviluppo per tutto il settore dell’autoriparazione con un impatto positivo sulla filiera dell’elettromeccanica e delle carrozzerie. La norma, sempre secondo Confartigianato, pone l’Italia in una posizione avanzata nel contesto europeo e può costituire una delle strade percorribili per limitare gli sforamenti dei livelli di PM10 e delle altre sostanze inquinanti nelle nostre città.
Proprio Confartigianato Vicenza e Marca Trevigiana ha sviluppato nei mesi scorsi il progetto “Reborn – trasforma la tua auto” con lo scopo di mostrare ‘su strada’ il potenziale della trasformazione in auto elettrica. Modello di mobilità sostenibile, il progetto Reborn ha convertito una Panda nata con motore termico in una vettura elettrica in grado di percorrere 100 km con un costo compreso tra 2 e 3 euro e zero emissioni di anidride carbonica (CO2) allo scarico.
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