La costante richiesta di derrate alimentari e risorse idriche proveniente dai Paesi sottosviluppati e in via di sviluppo potrebbe presto trovare una risposta grazie ad un ambizioso progetto, il cui intento è di tramutare le aree desertiche della Terra in floride foreste.
La geniale idea è frutto dell’ingegno di un ricercatore britannico, tale Charlie Paton, che ha brillantemente esposto il suo piano di salvataggio dei deserti a Venezia, nel corso del 4/o Congresso sul futuro della scienza, svoltosi nei giorni scorsi.
Secondo Paton, sfruttando il successo di operazioni simili già realizzate ad Abu Dhabi e Oman, si potrebbe trasformare la vasta zona del deserto del Sahara in una foresta.
Questo processo sarebbe possibile grazie allo sfruttamento di acqua marina desalinizzata con l’impiego di tecnologie ad energia solare.
Successivamente, si potrebbe avviare la coltivazione delle vecchie aree desertiche riuscendo a sfamare le popolazioni africane indigenti.
frenk 5 Giugno 2009 il 2:13 am
la politica dell’energia fossille a buon mercato e frutto di specucalotori che si arricchiscono danneggiando la collettivita con il risultato ultimo della distruzione planetaria dell’uomo sulla Terra .
pochi petrolieri e ministri si arricchiscono mentre i disoccupati aumentano e l’esodo dell’immigrazione aumenta in maniera incotenibile , perchè non diamo modo di coltivare le piante da biocarburante nel sahara e dare energia pulita al mondo ? no dicono i politici non è giusto fare arricchire i contadini pezzenti mentre nelle loro tasche arrivano enorme somme di denaro dalle accise ( tasse del petrolio ) ma mentre succede tutto questo a causa del buco dell’ozono terribili virus nascono dal nulla per distruggere gli esseri umani . se invece trasformassimo questi enormi 8 milioni di km2 di deserto in coltivazioni da biocarburante il buco dell’ozono sparirebbe e si risolverebbe il problema di immigrazione indesiderata e povertà .
pedritoeldrito 9 Novembre 2009 il 10:23 pm
fosse così semplice, lo avrebbero già irrigato, in barba ai potenti