A fronte delle 13.500 tonnellate previste per l’anno corrente, nel 2011 la quota di tonno rosso pescabile nell’Unione Europa si attesterà a 12.900 tonnellate. E’ quanto hanno deciso oggi a Parigi i delegati dei cinquanta Paesi afferenti alla Commissione internazionale per la conservazione dei tonnidi dell’Atlantico (Iccat).
Nonostante le schiaccianti prove scientifiche che il tonno rosso dell’Atlantico sia in pericolo la quota è stata tagliata di appena il 4% per il 2011. Oliver Knowles di Greenpeace spiega al Guardian che a questo punto la parola conservazione dovrebbe sparire dalla sigla dell’ICCAT.
Alla quota consentita bisogna inoltre aggiungere il pescato illegale, che fattura miliardi solo nel Mediterraneo.
Il tonno rosso dell’Atlantico, ai tassi attuali di pesca, potrebbe estinguersi entro il 2012, mentre un divieto temporaneo di pesca potrebbe consentire alla specie di risollevarsi per riprendere in futuro a pescarlo in modo sostenibile.
Sergi Tudela, direttore del programma di pesca nel Mediterraneo del WWF, riassume perfettamente la situazione:
L’avidità e la cattiva gestione hanno assunto la priorità rispetto alla sostenibilità ed al buon senso in questa riunione ICCAT. Dopo anni di osservazione e innumerevoli opportunità per fare la cosa giusta, è chiaro che gli interessi della Commissione non vanno nella direzione di una pesca sostenibile del tonno rosso, ma ad assecondare interessi economici a breve termine. Non sono state attuate misure efficaci per affrontare la diffusa pesca illegale Mediterraneo.
Lo scontento, come appare evidente, serpeggia tra gli ambientalisti, per una riduzione iniqua rispetto alle richieste presentate per tutelare gli stock ittici di tonno rosso, fissate in 6.000 tonnellate totali per il 2011. Una proposta ambiziosa, che si faceva forte dell’appoggio ricevuto da alcuni Stati.
Aspettative deluse, dicevamo, quelle degli ambientalisti. Altro lato della medaglia, la soddisfazione dei ministri, tra cui Giancarlo Galan che al suo arrivo oggi a Bruxelles per il Consiglio dei ministri dell’UE, si dichiara
soddisfatto perché le premesse erano ben peggiori. Ha prevalso il buon senso, lo stock di tonno rosso è aumentato, l’azione che avevamo portato avanti ha dato risultati positivi.
L’Italia avrà a disposizione 1.875 tonnellate, il 4,4% in meno rispetto allo scorso anno.
Il presidente di Federcoopesca, Massimo Coccia, si mostra alquanto scettico sull’abbassamento delle quote pescabili, dichiarando che
Anche quest’anno sta andando in scena la solita telenovela. Come può continuare a chiamarsi piano pluriennale di gestione un documento che ha subito da un anno all’altro continui cambiamenti (-36% nel 2009); è senza credibilità quanto meno per le imprese chiamate ogni anno a rivedere i propri piani.
Stando alle stime dell’associazione questo taglio costerà ai produttori tonnieri italiani perdite per un ammontare di 1 milione di euro.
Tutti scontenti, insomma, ambientalisti, consumatori, pescatori… e pescati.
[Fonti: La Stampa; Treehugger]
steso 16 Giugno 2011 il 2:19 am
Non è vero che i pescatori sono scontenti, noi pescatori sportivi abbiamo visto negli ultimi anni un ottimo aumento della specie di numeri e di peso. Siamo sempre bassini ma siamo noi gli unici a toccare con mano il termometro della specie. Le tonnare con i palangari (pescatori professionali) hanno addirittura sforato al loro quota (senza che nessuno se ne accorgesse) prendendosi buona parte della nostra quota per evitare sanzioni ue. Le cose stanno cosi.