Le tigri potrebbero estinguersi nell’arco di due decenni, a meno che il mondo non decida di compiere degli sforzi di conservazione per arrestare il declino della popolazione. Ad affermarlo sono stati gli esperti della fauna selvatica americani, i quali hanno contato appena 3.500 tigri allo stato selvatico in 12 paesi asiatici, compresa la Russia. Pochissime se consideriamo che erano circa 100.000 un secolo fa.
Le tigri sono state uccise illegalmente per il commercio nero di alcune parti del loro corpo, dalla carne alla pelliccia. Un commercio che trova terreno fertile in Asia dove nulla è regolamentato, e a rischiare di più sono proprio gli animali selvatici. L’organizzazione Save The Tiger, con sede a Washington, ha stimato, coadiuvata dalla polizia internazionale Interpol, il valore di tale mercato illegale, il quale si pensa possa valere più di 20 miliardi di dollari l’anno (13,5 miliardi di euro).
Si possono vendere le pelli come tappeti e mantelli, in un mercato nero in cui la pelle può arrivare ad essere valutata fino a 20.000 dollari in Paesi come la Cina. Ma altri pericoli provengono dalla distruzione degli habitat e dalla riduzione delle prede, altre fonti di ricchezza nel vasto patrimonio asiatico, spiegano gli ambientalisti.
Un business, con il solito approccio dello spirito di conservazione, in cui tigre mangia tigre, riducendone la popolazione nei prossimi 15 o 20 anni
ha spiegato Mahendra Shrestha, direttore del programma del Save the Tiger Fund alla Reuters, a margine di un convegno sulla conservazione della tigre. Ha spiegato la polizia che alcune pattuglie cercano di fermare il bracconaggio, e che la conservazione degli habitat restanti avrebbe migliorato la situazione.
C’è una speranza. Ce la possiamo fare. Non è una tragedia. Non richiede troppe attività. Ma ci deve essere una forte volontà politica per la conservazione delle tigri ed un forte sostegno anche a livello mondiale per le attività dei Paesi nella protezione della tigre
ha concluso Shrestha. Le tigri ancora sopravvivono in Bangladesh, Bhutan, Cambogia, Cina, India, Indonesia, Laos, Malaysia, Myanmar, Nepal, Russia, Tailandia e Vietnam. John Seidensticker, capo scienziato presso lo Smithsonian’s National Zoo Conservation Ecology Center, ha detto che l’habitat della tigre è diminuito del 40% negli ultimi dieci anni a causa della distruzione delle foreste.
La nostra sfida è quella di creare dei paesaggi dove le tigri vive rendono più prezioso un terrano pieno di tigri uccise. Penso che abbiamo un decennio di tempo per vedere se saremo custodi o becchini.
Fonte: [Economic Times]