I test scientifici sugli animali sono al centro di continui dibattiti e polemiche tra provivisezionisti e antivivisezionisti. Ma oggi parliamo di legge europea: l’Italia non si è messa in regola con la direttiva del 2010 che aggiornava quella, vecchissima del 1986. L’Italia e l’Olanda sono gli unici paesi europei a non averlo fatto, e mentre dall’Olanda arrivano rassicurazioni di una regolarizzazione in tempi brevissimi, dall’Italia solo silenzio. Aumenta il rischio di multe UE.
La vecchissima direttiva UE sul trattamento degli animali sottoposti a test scientifici, risalente al 1986, è stata aggiornata con la direttiva europea approvata nel 2010. I vari stati avevano tempo fino a novembre 2012 per adattarsi, ma Italia e Olanda non l’hanno ancora fatto. Ora, mentre l’Olanda fa sapere di avere già in parte ottemperato agli obblighi (quindi appare probabile l’adeguamento completo entro due mesi), dall’Italia tutto tace. E fra due mesi iniziano le multe UE, che come spesso accade risultano piuttosto salate.
Non è la prima volta che l’Europa sollecita l’Italia a ottemperare alla nuova direttiva sul trattamento degli animali per i test scientifici, nonché, quantomeno, a giustificare il non adeguamento. Dall’Italia, tuttavia, è giunto sempre e solo silenzio. Perché questo comportamento? In tutta onestà, è difficile dirlo. Senza ricadere, in questa sede, nella spinosa disputa tra gli antivivisezionisti (che oltre a motivazioni etiche rinfacciano gli enormi costi della sperimentazione animale e l’efficacia dei metodi alternativi utilizzati altrove) e i provivisezionisti (che reputano una necessità assoluta l’utilizzo degli animali nella ricerca), ci chiediamo, molto semplicemente, perché l’Italia debba mettersi in simili situazioni.
Qualcuno penserà che dietro ci sono motivazioni economiche, che la nuova direttiva va a “turbare” lo status quo procedurale della sperimentazione animale in Italia. Dal canto nostro, ribadiamo una certa difficoltà nello spiegare un simile comportamento. Ora, tuttavia, si parla di multe, e forse sotto la minaccia pecuniaria qualcuno, dall’Italia, si degnerà di rispondere all’UE.
Photo Credits | MissTurner su Flickr
marmanu 25 Giugno 2013 il 9:19 pm
Questa volta non accettare l’imposizione di metodi vetusti,sorpassati,antiscientifici e pericolosi ricorderebbe al mondo che gli italiani erano all’avanguardia per il coraggio di essere obiettivi,moderni, e liberi di mente in scienza,tecnologia, ricerca e scoperte ( Galileo e Leonardo docet)..L’Italia dovrebbe fare un passo in ricordo di Galileo e non farsi imporre che “la terra è piatta esattamente come dire ,nel 2013, che gli animali siano un buon modello per malattie soltanto umane”..