Torniamo a Napoli per degli aggiornamenti sul fronte inquinamento. Sono stati resi pubblici i risultati delle analisi effettuate su tre pozzi spia della discarica Sari dai tecnici dell’ARPAC, l’Agenzia Regionale Protezione Ambientale della Campania. Dati, quelli raccolti il 30-31 ottobre ed il primo novembre, alla presenza dei tecnici dei comuni di Terzigno, Boscoreale, Boscotrecase e Trecase, che escludono l’avvenuta contaminazione della falda imputabile alla cava.
Lo comunicano in una nota il direttore generale dell’Arpac prof. Gennaro Volpicelli ed il direttore tecnico dott.ssa Marinella Vito, spiegando che
Le analisi effettuate hanno riguardato i seguenti parametri: inquinanti inorganici, metalli pesanti, BTEX, alifatici clorurati cancerogeni, alifatici clorurati non cancerogeni, alifatici alogenati cancerogeni, cloro benzeni, IPA, Idrocarburi, PCB, ammine aromatiche e fitofarmaci.
I risultati hanno evidenziato l’assenza di contaminazione delle acque di falda da tutti i microinquinanti organici e la presenza del superamento delle concentrazioni soglia di contaminazione stabilite dal D.Lgs.152/06 per i seguenti parametri:
- pozzo spia n.1 : superamenti di manganese e fluoruri;
- pozzo spia n. 2 : superamenti di ferro, alluminio, manganese, nichel, fluoruri e zinco;
- pozzo spia n.3 superamenti di ferro, manganese, nichel, zinco, boro e fluoruri.
I dati raccolti sono stati confrontati con quelli del maggio 2009, del maggio 2010 e di ottobre 2010, rilevando una sostanziale stabililità della concentrazione degli analiti, ad eccezione dello zinco, oggi superiore, ma che, a detta degli esperti, data sua scarsa tossicità, non rappresenta, almeno non per legge, un pericolo per la salute pubblica.
Deve peraltro essere evidenziato che una disamina critica dei risultati analitici ottenuti evidenzi come la composizione chimica dei campioni analizzati non porti a ritenere che i superamenti riscontrati siano correlabili ad infiltrazioni di percolato in falda, in quanto questo fenomeno dovrebbe comportare contestualmente il riscontro di quantità elevate di indicatori tipici quali solfati, e cloruri, che, almeno nelle analisi sin qui condotte, rientrano tutte nei limiti.
concludono dall’ARPAC.
[Fonte: ARPAC]
[Foto: Ilvesuviano]
Bridgette 1 Marzo 2017 il 3:12 am
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