Facciamo un passo indietro fino al 1693, anno del più forte terremoto della storia d’Italia secondo il catalogo CPTI11, un sisma di magnitudo 7,4 della scala Richter. Una scossa di incredibile intensità che ebbe luogo nella Sicilia orientale pochi giorni dopo un’altra violentissima scossa.
Qual è stato il più forte terremoto della storia d’Italia? Il sisma più violento verificatosi nella penisola ha avuto luogo in Sicilia, con magnitudo di 7,4 gradi della scala Richter. L’evento sismico ebbe luogo in due fasi: il primo forte terremoto si verificò nella notte del 9 gennaio del 1693; secondo gli studiosi l’intensità epicentrale di questo evento fu tra gli otto e nove gradi della Scala MCS, Mercalli-Cancani-Sieberg, e i danni furono terribili in zone come Augusta, Avola, l’attuale Noto Antica e non solo, con crolli e danni ingenti anche a Catania, dove si registrarono 16 morti nei crolli delle abitazioni e lesioni in numerosi edifici pubblici. Due giorni dopo si verificò un sisma di violenza ancora maggiore.
Il terremoto più forte della storia italiana degli ultimi mille anni secondo il catalogo parametrico dei terremoti italiani CPTI11, si verificò l’11 gennaio del 1963 attorno alle ore 21 italiane dell’epoca, con effetti spaventosi che aggravarono la situazione già drammatica determinata dalla precedente scossa. Si stima che l’area interessata dai danni più gravi (solo quella dei danni più gravi) fu di oltre 14 mila km quadrati: un’autentica devastazione in tutta la parte est della Sicilia. Si registrarono crolli fino a Messina e Malta, con danni anche a Reggio Calabria e perfino a Palermo. Secondo il CPTI11 l’intensità epicentrale del terremoto è stata di grado 11 MCS e la magnitudo momento equivalente è stata di 7,4 Mw. Le maggiori devastazioni a seguito del terremoto si ebbero nella zona delle attuali province di Catania, Siracusa e Ragusa, con Catania, Acireale e altri paesi parzialmente distrutti, con i paesi della Val di Noto che furono praticamente abbattuti per intero dal sisma, centri come Ragusa, Modica, Lentini e Sortino. A seguito del terremoto si produssero modificazioni anche sul territorio naturale, con fenditure nel terreno dove in alcuni casi ebbero luogo anche fuoriuscite di gas o materiali fluidi, si registrarono inoltre frane che modificarono anche il percorso di alcuni corsi d’acqua. Ma non solo: al terremoto più forte della storia d’Italia secondo il CPTI11 ha fatto seguito anche un maremoto, con ondate che colpirono le coste dell’est della Sicilia, con uno tsunami di 15 metri, mentre a Catania il mare prima si ritirò e poi tornò a gonfiarsi con onde di più di due metri che raggiunsero quella che oggi è Piazza Mazzini. Dopo il primo e il secondo, ancor più grave evento sismico, si verificarono altre scosse per più di tre anni.
Il numero delle vittime legate al terremoto del 1693 varia a seconda delle fonti storiche ma come riporta l’INGV sul suo blog, è certo che furono decine di migliaia: secondo la statistica ufficiale di quell’anno, furono circa 54 mila, di cui ben 12 mila nella sola città di Catania. I sopravvissuti nella zona vissero a lungo in condizioni precarie. Tra i paesi che furono ricostruiti in zone differenti da quelle originarie abbiamo Avola, Noto, Monterosso, Giarratana e Sortino.
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