Le scosse di terremoto non abbandonano l’Emilia e questa notte 29 nuove scosse sono state percepite dalla popolazione e registrate dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Alle 6,20 di questa mattina la scossa più forte con magnitudo 3.6 nell’area di Finale Emilia. Secondo i rilievi dell’Ingv le scosse di terremoto sono state percepite anche nel Nord del Paese dalla mezzanotte alle 5 di mattina, in territorio lombardo la più forte alle 4.16 con magnitudo 2.7.
Il bilancio delle vittime in Emilia Romagna è salito a 24, mentre gli sfollati sono circa 14.000. E la terra continua a tremare ormai da 10 giorni e non solo in Emilia, nuove scosse di terremoto sono state registrate in Basilicata e Campania. Alle 5.16 di questa mattina una scossa di terremoto con magnitudo 3 si è verificata anche a largo delle coste campane e lucane, nell’area del Golfo di Policastro. Gli esperti dell’Ingv affermano che il sisma ha avuto epicentro nel comuni salernitani di San Giovanni a Piro, Ispani e Sapri e nel comune potentino di Maratea; ed ipocentro a 8,7 km di profondità.
Eppure il 70% degli edifici in Italia sono a rischio crolli. Questo in sintesi è stato l’intervento degli esperti Enea, Alessandro Martelli e Paolo Clemente, in audizione in Commissione Ambiente alla Camera dove sono stati chiamati a dare un parere tecnicno sulla qualità e sulla sicurezza degli edifici del nostro Paese all’indomani del terremoto in Emilia e nel Sud Italia che ormani, da 10 giorni, si sta abbattendo sul territorio e sulla popolazione. Come hanno spiegato gli esperti Enea
Il 70% del costruito non può reggere sollecitazioni sismiche che potrebbe subire.
In sostanza il 70% delle nostre case e strutture pubbliche non superano le verifiche antisismiche, alla luce “delle norme attuali”, ma comunque in caso di emergenza come quella che si sta verificando in queste settimane.
[Fonti: La Repubblica; Ansa]
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