Ieri l’Iran ha rischiato di fare la fine del Giappone. Sembrava un film già visto, con un terremoto devastante che colpisce una centrale nucleare e crea un disastro immane. Per fortuna l’incidente è stato scongiurato davvero per un pelo. È accaduto che ieri un terremoto di magnitudo 6,1-6,3 (all’incirca quanto quello che ha distrutto L’Aquila) abbia colpito la provincia di Bushehr, nella parte meridionale del Paese, proprio vicino a dove sorge l’unica centrale nucleare del Paese la quale ha ufficialmente scopi pacifici, anche se si sospetta stia subendo una trasformazione per creare la bomba atomica.
Secondo le prime stime il sisma, che è stato uno dei più forti mai registrati nel Paese che di certo non brilla per architettura antisismica, avrebbe distrutto circa 700 edifici, mietendo 37 vittime e ferendo quasi mille persone. Questi sono i dati ufficiali, ma può darsi che, scavando e continuando le ricerche, se ne trovino anche di più. Già nelle ore in cui vi scrivo alcune agenzie parlano di cifre superiori ai 40 morti.
Quello che più preoccupa comunque è la centrale nucleare che, in caso di incidente, potrebbe portare una devastazione senza precedenti. Nonostante l’epicentro fosse relativamente vicino all’edificio (150-160 km circa), a quanto pare nemmeno una crepa si è formata e per ora non si registrano perdite di radioattività. L’emergenza ora è sociale. Oltre diecimila persone infatti sono rimaste senza abitazione, e circa un centinaio dei feriti è grave e rischia di perdere la vita.
A tutto questo va aggiunto che, come spesso accade in questi casi, ci sono diverse scosse di assestamento che proseguono ancora oggi e chissà per quanto, mantenendo così alta la tensione. La più forte scossa è accaduta proprio questa mattina ed aveva una preoccupante magnitudo superiore ai 5 gradi. Inoltre l’area è notoriamente a rischio visto che si trova in un punto delicato, su una faglia sismica molto attiva che nel 2003 uccise 31 mila persone in uno dei terremoti più violenti che l’umanità ricordi.
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