Il sospetto è venuto a qualcuno: quasi un mese di scosse di terremoto in Emilia e un bilancio di almeno 17 vittime, e ricordiamo le oltre 550 scosse di terremoto con magnitudo fino a 4.3 che nell’ultimo anno hanno colpito la Calabria, la Basilicata, la Campania con tanta paura e nessun intervento per mettere in sicurezza la popolazione. E se fosse colpa delle trivellazioni per la ricerca di idrocarburi o di gas? La FederPetroli Italia risponde subito che negli anni non si sono “mai registrate onde sismiche di alta scala in seguito a trivellazioni per ricerca di idrocarburi”. E’ proprio così?
Non ci sono correlazioni tra terremoti e trivellazioni. E’ quanto rassicurano dai vertici della FederPetroli Italia all’indomani delle presunte accuse per le ripetute scosse di terremoto percepite da Nord a Sud del Paese, come spiega il presidente Michele Marsiglia
Non abbiamo elementi nella storia della ricerca e sviluppo di giacimenti petroliferi che portino alla causa di manifestazioni sismiche con pericolosità per i cittadini, da quelle che sono le dimaniche di trivellazione attraverso la tecnica del Fracking (fratturazione idraulica) ad altre forme di trivellazioni di uso più comune o non convenzionale.
Il settore di Esplorazione e Produzione prima di dare inizio alle trivellazioni per la ricerca di idrocarburi effettua dei controlli, la prospezione sismica tridimensionale, per verificare lo stato del giacimento e a base geologica e sismica. Solo dopo si prosegue con attività di ricerca e di perforazione. Anche la possibile presenza di gas metano stoccato nel sottosuolo, non può essere coinvolta nella discussione, dati i controlli e le ricerche sempre ottimali.
Eppure già nel 2008 Maria Rita d’Orsogna, docente di Matematica presso l’Università di Northridge in California, quando si parlava di petrolizzare l’Abruzzo, la sua terra d’origine, aveva cominciato a studiare gli effetti delle trivellazioni da petrolio sul sottosuolo e sulla salute dell’uomo ed era giunta a tutt’altre risposte. Oltre ai danni sull’uomo, causati dall’idrogeno solforato o caido solfidrico; si era parlato anche di terremoto. La professoressa aveva trovato il nesso tra le zone non sismiche ma divenute tali dopo le trivellazioni in cerca di idrocarburi e gas, portando gli esempi della Russia, dell’Asia. Ma le sue parole caddero nel vento e anzi, il governo approvò il disegno di legge 1441 che di fatto sottraeva alle Regioni e ai Comuni la valutazione di impatto ambientale in relazione alle concessioni di estrazione petrolifera, indagini che ora vengono effettuate dalle stesse compagnie petrolifere.
Un altro studioso, il geologo Carlo Tansi del CNR, a capo del progetto Amamir per il monitoraggio avanzato del rischio idrogeologico per il Sud Italia ha dichiarato che la Calabria, ad esempio, è attraversata da un sistema di faglie in piena attività sismica che sin dal XII secolo hanno causato terremoti di diversa entità, tra cui quelli del 1980 e 1987 che hanno interessato proprio l’area del Cosentino, quella maggiormente colpita dalle scosse di terremoto dell’ultimo anno.
[Fonti: FederPetroli Italia; You-ng]
[Foto: FederPetroli Italia]
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