Dopo giorni di assenza ingiustificata il Ministro dell’Ambiente Corrado Clini è finalmente tornato a far sentire la sua voce. Purtroppo però non per dare buone notizie. In sintesi ci vorranno almeno altri 15 anni prima di poter dire che la zona colpita dal terremoto è al sicuro. Non c’è mai stato un piano d’emergenza nazionale per evitare le catastrofi, ed il sisma che ormai è quasi ininterrotto da un mese ha dimostrato quanto esso sia importante. Ma una domanda sorge spontanea: ma in tutti questi anni in cui Clini è stato al Ministero, cosa ha fatto?
Clini ha ricoperto diversi incarichi negli ultimi 20 anni al Ministero dell’Ambiente, ed anche se non è mai stato un mistero per nessuno che in Italia un piano di prevenzione fosse necessario, lui ed i Ministri che si sono succeduti negli anni non ne hanno mai messo in pratica uno. Ora ci dice che in 15 anni l’Emilia verrà messa in sicurezza. Forse se il piano fosse stato attuato all’inizio del suo incarico, i 17 morti ed i miliardi di euro di danni ce li saremmo risparmiati.
Ho cominciato a parlare di un piano nazionale per la sicurezza del territorio non appena mi sono insediato. Un piano che duri quello che deve durare ma almeno 15 anni. Una priorità, una grande infrastruttura per il nostro paese, e l’evento sismico di questi giorni ne ha richiamato la necessità.
Se questa dichiarazione serviva a tranquillizzare gli animi, devo dire la verità, non mi sento tranquillo. Forse sarebbe stato meglio dire “non lo sapevamo, ora facciamo qualcosa”, perché qui non si sta parlando di una questione che si sta dibattendo da un mese e ancora non si è fatto nulla. Clini si è insediato al Ministero come Ministro da fine 2011, e nemmeno una pietra è stata mossa, ma ha avuto un certo peso nelle decisioni dei vari ministri dell’ambiente sin dal 1991!
Dunque come fare per recuperare dal disastro? La ricetta del Governo, e di conseguenza anche del Ministro dell’Ambiente, è recuperare risorse immediatamente aumentando le accise sulla benzina fino al 31 dicembre 2012 (scommettiamo che rimarranno anche dopo?), ma anche introducendo il credito d’imposta per le aziende colpite e la messa in sicurezza del territorio, la deroga al patto di stabilità, per fare in modo che finalmente i sindaci possano spendere i propri soldi, ed un miliardo di euro recuperato dalla spending review. Insomma, in quasi tutti i modi alla fine pagano i cittadini, ma ciò che più conta è vedere se effettivamente le zone colpite verranno ricostruite o tutti questi fondi si perderanno per strada come accade sempre in questi casi.
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