Un esperimento di grande interesse condotto dall’Istituto per l’energetica e le interfasi del Consiglio nazionale delle ricerche di Milano in collaborazione con l’Università di Yale e Cornell e con l’Afrl-Air Force Research Laboratory statunitense, sostiene che talvolta i terremoti sarebbero periodici: lo studio correlato all’esperimento è in un’uscita su Nature, che ha deciso di dedicargli la copertina. Secondo gli scienziati la ricerca potrebbe aprire nuovi scenari per la comprensione degli eventi sismici.
La ricerca condotta dallo Ieni-Cnr di Milano in collaborazione con Università ed enti statunitensi potrebbe rivelarsi di estrema importanza per la comprensione degli eventi sismici: in alcuni casi, secondo lo studio, tali eventi potrebbero seguire una cadenza periodica. Stefano Zapperi, ricercatore dello Ieni-Cnr, ha sintetizzato così la teoria portata avanti nello studio:
Sappiamo che le catastrofi sono il risultato del lento accumularsi di una perturbazione esterna: la neve che si deposita sul pendio o il moto di una faglia. In laboratorio i nostri collaboratori dell’Afrl hanno prodotto dei micro-terremoti di intensità variabile comprimendo colonnine di nichel di dimensioni micrometriche e, come in altri esperimenti di questo tipo, abbiamo osservato che avvenivano in maniera del tutto casuale.
Tuttavia, variando la velocità di compressione delle colonnine di nichel i ricercatori hanno
constatato che esiste un regime in cui i micro-terremoti avvengono in maniera quasi periodica, come se seguissero un calendario.
Ma a cosa si deve questa periodicità? Secondo Zapperi lo studio dimostra in linea teorica che ciò è dovuto alla competizione tra due effetti: la risposta di sottofondo dei microterremoti, che spesso rimane inosservata, e la sollecitazione esterna: quando la risposta di sottofondo “avviene alla stessa velocità della sollecitazione esterna l’evento catastrofico si verifica in modo quasi periodico”. Tali considerazioni valgono per piccoli e grandi sismi (nei grandi sismi lungo le fagli viene rilasciata energia tramite lento fluire d’acqua, e anche in questo caso se la velocità del flusso è paragonabile a quella della fagli i sismi possono verificarsi in maniera periodica).
A quanto sembra, questo studio internazionale potrebbe davvero portare a una maggiore comprensione degli eventi catastrofici (sismici ma non solo): una notizia che non può che essere considerata di notevole importanza, visti gli eventi sismici che continua a far tremare l’Italia, come il terremoto nel Pollino della scorsa notte.
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