In Italia l’istituto deputato alla rilevazione dei terremoti in tempo reale è l’INGV, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, che rappresenta, peraltro, un importante centro studi per i fenomeni naturali. La recente notizia dello sviluppo da parte dell’INGV di uno strumento per le previsioni probabilistiche dei terremoti in Italia ha generato una certa confusione: non è forse impossibile prevedere i terremoti? Difatti è impossibile, come chiarisce lo stesso INGV. Cerchiamo allora di capire come funziona il nuovo strumento dell’istituto e quale può essere la sua utilità.
L’INGV, l’istituto dedicato alla rilevazione dei terremoti in tempo reale, allo studio dei sismi e di altri fenomeni naturali, ha annunciato lo sviluppo di uno strumento per la previsione probabilistica dei terremoti nel nostro paese, che si appoggerà su Google Maps e potrebbe essere disponibile fin dall’anno prossimo. Come ha chiarito Walter Marzocchi, esperto dell’istituto, “la scienza non è ancora in grado, se mai lo sarà di prevedere i terremoti”. Di cosa si tratta allora? Lo strumento si prefigge l’obiettivo di stimare la pericolosità sismica a breve termine in una certa zona d’Italia, il che non vuol dire che potrà lanciare un allarme preciso e certo in merito a un determinato evento. Lo strumento dell’INGV si basa su percentuali e probabilità che restano comunque e sempre bassissime, tanto che di rado si può arrivare a probabilità anche solo dell’1 per cento.
A cosa può servire, quindi, il nuovo strumento per la previsione dei terremoti? A fornire informazioni relativamente utili. La probabilità che si verifichino eventi sismici non è infatti costante nel tempo, in quanto i terremoti si presentano a grappoli, in sciami, e vi è una correlazione tra la possibilità di un evento e gli eventi verificatisi in precedenza nelle vicinanze della zona in oggetto. Il sistema in fase di sviluppo potrà quindi indicare probabilità di eventi sismici che a seconda delle zone potranno essere più alte anche di 1000 volte, pur restando sempre estremamente basse, pertanto può essere visto come uno strumento per aiutare chi di dovere (Protezione civile, per esempio) attraverso informazioni di Operational Earhquake Forecasting.
Come riportato da Le Scienze, va tuttavia detto che diversi esperti continuano a criticare l’OEF definendo le previsioni probabilistiche inefficaci, distraenti e pericolose. La critica più comune a questo sistema informativo e previsionale è la difficoltà di poter adoperare iniziative positive basandosi sui dati desunti dagli strumenti. In pratica, in sostanza, è poco utile e può generare allarmismi o comunque distrarre da pratiche più importanti, quali quelle di prevenzione antisismica. Marzocchi, ovviamente, ha tuttavia ricordato subito che l’adozione di misure antisismiche resta assolutamente fondamentale.
Ma come funzionerà, in soldoni, il nuovo strumento? Si parla di mappe del territorio italiano con rischi di terremoti di magnitudo superiore a 4 o 5,5 entro 7 giorni, si lavorerà pertanto solo sulla possibilità di sismi di intensità notevole.
In conclusione, il nuovo strumento dell’INGV potrebbe generare critiche e fraintendimenti, una volta diventato operativo; il nostro augurio è che possa essere visto e interpretato con correttezza, ovvero come sistema informativo rivolto, soprattutto, alle autorità competenti, e non come uno strumento da consultare e su cui basarsi con la leggerezza che si rivolge alle previsioni meteorologiche per il fine settimana.
Photo Credits | Waifer X su Flickr