I terremoti in Italia rappresentano un rischio per le persone, un problema di costi e di norme. Da quanto si evince dai primi risultati degli studi di microzonazione del territorio italiano effettuati negli ultimi tre anni quasi tutte le località esaminate e distribuite sul territorio sono predisposti, in caso di forti terremoti, a dare luogo a fenomeni quali frane e liquefazioni. La prevenzione dei terremoti è fondamentale e si attua in primo luogo con l’adeguamento delle strutture e la giusta gestione del territorio, ma non di rado sorgono spesso problemi correlati alle norme antisismiche troppo generiche e non ben mirate sulla specifica porzione di territorio per la quale sono valide.
I costi dei terremoti in Italia sono altissimi: la prevenzione è a sua volta costosa, ma il risanamento delle emergenze comporta esborsi estremamente superiori, secondo recenti stime 150 volte di più, ed è questo un motivo in più per migliorare la prevenzione sismica nel nostro paese. Il discorso, sotto questo punto di vista, non è troppo diverso da quello del dissesto idrogeologico: intervenire costa, ma sul lungo termine porta risparmi di miliardi e miliardi di euro.
Come spiegato ieri in una conferenza a San Benedetto del Tronto dal consigliere nazionale dei geologi Calcagni
I primi dati degli studi di microzonazione sismica effettuati su 791 Kmq di località abitate , confermano che in Italia quasi la totalità dei territori analizzati presenta potenziali amplificazioni forti ed una buona percentuale ,ben il 12 %, presenta anche fenomeni di instabilità come frane e liquefazioni in caso di sismi intensi. È la prova provata di quanto i geologi predicano da tempo: la grande vulnerabilità sismica italiana deriva anche da progettazioni basate su classificazioni sismiche di arcaica concezione.
La prevenzione dei terremoti in Italia deve migliorare e per farlo è necessario superare anche le vecchie classificazioni sismiche e riadeguare la normativa in materia di rischio sismico. Si potrebbe pensare che dalla conferenza dei geologi ci giungano “solo” analisi tecniche, ma non è così: è forte la coscienza che per un cambiamento e un miglioramento vero occorra passare dalla politica e interessarsi, al contempo, di economia.
Spending review virtuosa con vera lotta agli sprechi e destinazione di fondi alla sicurezza del territorio, meno burocrazia con una filiera corta ed idee chiare sulle competenze ma soprattutto riteniamo necessarie strategie operative che consentano di spendere le risorse disponibili con la certezza di conseguire l’obiettivo nei tempi programmati e revisione del Patto di Stabilità. Un territorio sicuro attira investimenti,
ha affermato il presidente del consiglio nazionale dei geologi Graziano, confermando ancora una volta che gli esperti hanno le idee molto chiare in merito a cosa si potrebbe fare per migliorare la prevenzione dei terremoti in Italia e la sicurezza del territorio più in generale. Il problema, come sempre, è che per ottenere risultati, risultati che si tramutano in grandi risparmi sul lungo termine, occorre investire adesso e con determinazione. Tutti gli ultimi governi hanno sempre promesso interventi per la sicurezza del territorio che non sono mai arrivati o sono risultati comunque deboli e inconsistenti: quando arriverà una vera svolta? Ad oggi, resta difficilissimo dirlo.
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