Si torna a parlare di terremoti e rischio sismico in Italia con la pubblicazione del primo rapporto Ance Cresme sulle condizioni del territorio: il 44% della superficie della penisola sarebbe a forte rischio, un territorio che coinvolge il 36% dei comuni italiani.
L’Ance, Associazione Nazionale Costruttori Edili, in collaborazione con il centro ricerche Cresme, diffonde i dati raccolti nel suo primo rapporto e si parla non solo dell’alto rischio terremoti per per quasi la metà della superficie italiana, ma anche degli ingentissimi costi causati da danni in Italia da terremoti e alluvioni dal 1944 al 2012 (242,5 miliardi di euro) nonché dal 2010 a oggi: la bellezza di 20,5 miliardi di euro, di cui 13 solo per il terribile evento sismico che ha di recente colpito l’Emilia Romagna.
Cosa scaturisce dai dati diffusi in questo nuovo rapporto? Mario Ciaccia, viceministro delle Infrastrutture e dei trasporti ha dichiarato con una certa onestà:
Penso che i tempi tecnici per l’avvio del Piano nazionale per la manutenzione e la messa in sicurezza del territorio dai rischi idrogeologici e sismici possano non essere brevi, data l’esigenza di conseguire il concorso regionale.
Aggiungendo tuttavia:
Mi sentirei quindi di suggerire uno strumento ausiliario che possa fare da scintilla per accendere subito i motori del Piano. Un tale effetto si potrebbe ottenere facendo direttamente leva sulle unità elementari del territorio chiamate a svolgere la parte operativa degli interventi, cioé i Comuni, aggiungendo un ulteriore stimolo rispetto alla già molto utile riduzione dei vincoli del Patto di stabilità.
A tal proposito il viceministro ha parlato di una cabina di regia per gestire progetti locali posta entro il Ministero dell’ambiente, e composta da svariati rappresentati. Una proposta interessante, che ha incontrato il parziale consenso del ministro Corrado Clini, che l’ha definita “una buona idea”, frenando tuttavia sulla sua attuazione: “prima bisogna capire come fare, altrimenti i registi senza copione fanno fatica a lavorare”, ha dichiarato. Per il momento, quindi, resta solo il nuovo allarme dell’Ance, inteso a mantenere i riflettori puntati sull’alto rischio sismico sul territorio italiano. Per l’attuazione di nuove, valide misure da parte del governo, probabilmente ci sarà ancora da aspettare.
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