Cosa ci aspetta nel prossimo futuro? Quale posto migliore di un evento che si chiama Terra Futura potrebbe rispondere a questa domanda. Nei giorni scorsi vi abbiamo fatto un reportage sugli eventi più importanti che riguardavano le politiche ambientali e l’economia, ma il vero fulcro su cui si è basata la manifestazione sono i prodotti. Che si trattasse di prodotti della terra o di prodotti industriali, la parola “bio” era quella che campeggiava maggiormente su tutte le scritte ed i manifesti. Purtroppo a volte se ne abusava, e così in una manifestazione che dovrebbe essere ecologica gli oggetti utili si alternavano ad altri inutili che di ecologico avevano ben poco.
Sia chiaro, nessuno dei seguenti prodotti è dannoso e non vogliamo fare pubblicità negativa a nessuno (e proprio per non fare nessun tipo di pubblicità non verrà citato il nome di nessuna delle aziende), ma delle volte si è cercato di tirare un po’ troppo la corda finendo con il cadere nell’errore che fanno le multinazionali tanto contestate, e cioè convincerci che ci servono oggetti di cui non abbiamo per nulla bisogno. E’ il caso dell’essiccatore dei rifiuti umidi il quale parte da un principio virtuoso, e cioè ridurre il peso ed il volume degli scarti dell’umido per facilitare la vita e la lavorazione al proprio Comune nello smaltimento; ma d’altra parte si tratta di un marchingegno costoso ed energivoro, visto che, secondo quello che pubblicizza l’azienda stessa, consuma quanto una lampadina da 110 watt. Ora, a parte il fatto che una lampadina da 110 watt non consuma di certo poco, ma immaginate di tenere accesa questa lampadina per tutto il giorno. Ditemi voi se questo è un comportamento ecologico.
Più utile invece è il vasino portatile per i bambini, prodotto dalla stessa azienda così evitiamo di scontentarli completamente. Si tratta di un vasino di cartone che si richiude facilmente in modo da occupare poco spazio, e consente al bimbo di fare il suo bisognino in un sacchetto di plastica. In questo modo si risparmia sui pannolini o eventualmente sull’acqua per rilavare il vasino ogni volta. Piuttosto inutili anche le stoviglie biodegradabili in Mater Bi (non sarebbe meglio usare le stoviglie normali che vanno lavate e non c’è bisogno di gettarle ogni volta?).
Ma per fortuna c’era anche qualcosa che potrebbe tornare utile. Può passare forse per lusso, ma a mio avviso il barbecue solare è un oggetto da tenere in considerazione. Si tratta di un barbecue che non utilizza il fuoco per cuocere i cibi (dunque niente carbone, legna, ecc.), ma la sua struttura particolare in plexiglas proietta i raggi solari verso un unico punto, dove viene posizionato il cibo da cuocere, e così basta puntare il dispositivo al sole per cuocere nella maniera più ecologica possibile il proprio pranzo. Ed è anche piuttosto efficiente visto che in 30-40 minuti in una giornata soleggiata può cuocere qualsiasi pietanza. Molto utile anche la pala eolica domestica. Alta soltanto due metri e pesante appena 68 kg, è facile e veloce da installare, non occupa tanto spazio (4 metri quadri) e produce da 400 watt (per il modello più piccolo) fino a 3 Kw (per il modello più grande), in grado di fornire elettricità pulita ad una casa sufficientemente ventilata.
Tra i prodotti che vale la pena di menzionare c’erano anche lo scooter elettrico che percorre 200 km con un euro, o un’azienda di Bergamo che modifica i veicoli a motore, trasformandoli in elettrici. Utili più a scopo istruttivo che non per qualche vera finalità i giocattoli solari, cioè dei pupazzetti simili a quelli a cui i bambini sono abituati, alimentati dalle batterie, i quali però hanno montato sopra un pannello fotovoltaico che gli permette di muoversi. Probabilmente un bambino moderno si annoierebbe in fretta, ma si tratta sempre di una dimostrazione molto educativa.
Infine non potevano mancare i classici prodotti ecologici che però più che di Terra Futura, fanno parte della Terra presente visto che esistono da anni e lì erano soltanto per farsi conoscere meglio: casa domotica, riscaldamento a pavimento, prodotti bio, moda e suppellettili provenienti da materiali naturali o del commercio equo e solidale. Ma nulla di tutto questo è veramente innovativo.
Werner 1 Marzo 2017 il 12:59 am
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