Come i bambini discoli a scuola, si può definire che l’Italia è un Paese intelligente ma che non si applica. A Terra Futura questa mattina si è parlato di green economy e degli obiettivi ambientali che il nostro Stato si è imposto in vista degli impegni europei. Il quadro che ne è emerso è che c’è tanta buona volontà e capacità, ma manca sempre quel qualcosa che può derivare dalla politica.
Dopotutto come dimostra anche la vicenda della discarica a due passi da Villa Adriana a Roma, l’attuale Governo tecnico non è l’ideale quando bisogna prendere decisioni di carattere ambientale. Saranno i migliori nel campo dell’economia, ma dal punto di vista dell’ecologia hanno ancora molto da imparare.
Questa mattina ad esempio il responsabile per l’ambiente del PD Ermete Realacci non ha nascosto il suo disappunto con le politiche ambientali dell’attuale Governo, ed in particolare con la confusione nelle ultime decisioni prese in merito alle rinnovabili. Ciò che il PD propone è prima di tutto la riduzione dei consumi, in particolare per quanto riguarda il risparmio energetico, ma anche ad esempio la tracciabilità dei prodotti e l’investimento nelle tecnologie, per ricollegarsi idealmente al discorso dell’equilibrio fatto ieri.
Secondo l’on. Realacci, negli ultimi anni di crisi nella sola Italia i posti di lavoro creati dal settore della green economy sono stati il 40%. Solo questo dato dovrebbe essere sufficiente a capire che è qui che bisogna puntare. In sostanza la mobilità sostenibile e le energie rinnovabili potrebbero essere le chiavi per uscire dalla crisi.
Questa la situazione italiana. Una situazione che, in quanto a parametri europei, è piuttosto preoccupante. Come ha dimostrato Monica Frassoni, presidente dell’European Alliance to Save Energy, se le politiche del nostro Paese non dovessero cambiare, altro che 20%, entro il 2020 il taglio dei consumi energetici non dovrebbe superare il 9%.
Il problema è che gli investimenti, sia in Italia che in Europa, sono visti solo come costi e non come opportunità. Se il quadro legislativo europeo fosse redatto in maniera chiara ed adeguata, si potrebbero creare 2 milioni di posti di lavoro soltanto in questo settore. Il problema è che le leggi non consentono investimenti adeguati, e come manifestato anche nei mesi scorsi, è l’instabilità legislativa a creare instabilità nel mercato.
A fine giornata sono stati anche premiati i Comuni che si sono impegnati di più e meglio nell’ambito del Patto dei Sindaci, i piani d’azione per l’energia sostenibile ed oltre che rientrano nella dicitura A+Com. La premiazione ha riguardato 4 categorie: per i Comuni sotto i cinquemila abitanti è stato premiato Montaione, in provincia di Firenze, tra i 5 mila ed i 20 mila è stato premiato Castelnuovo del Garda, in provincia di Verona; parimerito nella categoria 20-90 mila tra Castelfranco Emilia (Mo) e Lodi, mentre tra i Comuni più grandi, sopra i 90 mila abitanti, è stata premiata Genova.
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