Terra dei Fuochi, arrestato Cipriano Chianese, 62enne imprenditore affiliato ai Casalesi e considerato il padre (o comunque uno dei padri) delle ecomafie. Ha gestito il traffico di rifiuti illegali confluiti anche tra Napoli e Caserta. È stato inoltre il primo a esser stato rinviato a giudizio per avvelenamento delle acque e per disastro ambientale.
Colpo a una delle menti delle ecomafie in Italia: Cipriano Chianese, avvocato e imprenditore del clan dei Casalesi, per conto dei quali ha ideato e sviluppato la macchina degli orrori legata al trasporto, lo smaltimento, l’interramento di rifiuti illegali. La Dia lo ha messo in manette per via dell’estorsione ai danni della Mary Trans, società di trasporti di persone e rifiuti urbani e speciali: Chianese riuscì a portarla sotto il controllo del fratello Francesco. Agli arresti anche il suo collaboratore 37enne Carlo Verde.
Cipriano Chianese, lo si è scoperto di recente, aveva anche commissionato per la cifra di mezzo milione di euro, l’assassinio del magistrato che stava indagando su di lui. A rendere possibile l’arresto di Chianese, del padre delle ecomafie, di uno dei grandi nomi dietro la catastrofe della Terra dei Fuochi, è stata la collaborazione di un pentito con la giustizia. La storia della sua vita è scandita da accuse, reati accertati e non. Tra il 2006 e il 2013 ha subito il sequestro e quindi la confisca per beni di valore pari a circa 82 milioni di euro.
Il colletto bianco dei Casalesi arrestato dalla Dia, quindi, ma il disastro ambientale della Terra dei Fuochi resta e ora che il Governo finalmente ha deciso di fare qualcosa con il recente decreto che prevede monitoraggi e classificazione dei terreni inquinati, oltre che il reato di rogo illecito di rifiuti, ci si chiede se basterà questa disposizione a ridare la vita a un territorio in cui ormai regna sovrana la malattia.
Photo Credits | Thinkstock
Sondra 1 Marzo 2017 il 1:00 am
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