Notizie stravaganti arrivano dall’Australia, attraverso uno studio di Geoingegneria negli Oceani del Sud. Un enorme carico di polvere pieno di ossido di ferro, proveniente dalla zona del Lago Eyre, un bacino situato nel centro dell’Australia, è stato sversato nel mare, ricoprendo la superficie dell’oceano dalle coste australiane fino alla Nuova Zelanda.
Il ferro gettato nell’oceano così è venuto su all’improvviso, tanto che anche Greenpeace, presente all’evento, è stata presa in contropiede. Pare essere una buona notizia perché ci sarà più cibo per i pesci, visto che questo sversamento di ferro aumenterà il plancton al largo della costa australiana.
Sul New Zealand’s Business Scoop si legge, in merito all’articolo intitolato “rischio di malattie respiratorie quando scende la polvere”:
… 10 anni molto secchi sulle vie del sud Australia e venti occidentali molto forti hanno contribuito a produrre queste recenti tempeste. Una tempesta è passata la scorsa settimana da Melbourne fino in Nuova Zelanda e stiamo attualmente analizzando polveri raccolte la scorsa settimana provenienti dalle montagne del Sud della Nuova Zelanda.
Un mistero però ci viene svelato. Sicuramente avrete assistito alle immagini che le tv italiane hanno mandato in continuazione nei giorni scorsi della tempesta di sabbia che ha colpito l’Australia. Eccovela spiegata in un’ottica che i giornalisti italiani non hanno voluto (o saputo) spiegare:
Il cielo è “rosso “a causa dell’assorbimento di luce solare da parte della polvere in sospensione. La polvere del deserto australiano è molto più rossa, ad esempio, della polvere sahariana grazie al suo elevato contenuto di ossido di ferro, che assorbe la luce blu. In eventi di tempesta come questi, l’Australia “liberamente esporta” grandi quantità di ferro negli oceani, che possono fecondare e far fiorire il plancton. Queste fioriture possono svolgere un ruolo positivo nel cambiamento climatico, assorbendo l’anidride carbonica dall’atmosfera.
Non tutto il male viene per nuocere, vien da dire. Evidentemente la Natura, stanca di aspettare che l’uomo faccia qualcosa, ha deciso di fare da sè.
Fonte: [Treehugger]