Negli ultimi anni stiamo assistendo ad una corsa delle varie case produttrici di telefonini verso il prodotto più ecologico possibile. Vediamo così che escono sul mercato cellulari fatti con materiali riciclati, senza ritardanti di fiamma o altri prodotti tossici, e mille altre invenzioni. Ma hanno tutti un difetto: il caricabatterie. Non si riesce proprio a fare a meno di questo aggeggio esterno che ogni anno, al cambio del telefonino, viene gettato perché non è quasi mai compatibile con un altro modello nemmeno della stessa marca, e per questo va ad infoltire la schiera di rifiuti tecnologici, o e-waste. Ma qualcosa ora potrebbe cambiare.
Dopo l’idea di tre tra le principali case produttrici (Apple, Nokia e Samsung) di trovare il modo di ricaricare i cellulari con il semplice cavetto USB senza aver bisogno di un caricatore universale, la prima casa a mettere in pratica quest’idea è la taiwanese HTC. L’operatore O2 ha provato questo smartphone ancora senza nome ed ha stimato che potrebbe essere un successo, con un potenziale di vendita di 30 milioni di pezzi nell’arco di un anno nel solo Regno Unito.
L’idea dell’HTC però non è utilizzare il caricabatterie con il solo cavetto USB ideato dalle tre concorrenti, ma ha fatto in modo da rendere universale l’ingresso del caricatore del proprio cellulare, per fare in modo che quasi tutti i caricabatterie che sono attualmente presenti nelle nostre case possano adattarsi. Sempre secondo l’analisi britannica, si parla del 70% dei caricabatterie attualmente sul mercato compatibili con questo smartphone.
Il costo ambientale dei caricabatterie multipli e ridondanti è enorme e credo che, come il telefono cellulare si è diffuso sempre più, noi come rivenditori e produttori abbiamo una sempre maggiore responsabilità di creare un settore più sostenibile
ha spiegato Ronan Dunne, CEO di O2. Secondo Dunne il settore da anni tenta di sviluppare un caricabatterie universale, purtroppo senza successo, e così l’idea di mettere in commercio un telefonino senza caricabatterie, ma che si possa ricaricare con quello che abbiamo in casa, potrebbe essere una soluzione al problema. Un risparmio in termini di denaro, perché ci vorrebbero meno materiali per la sua costruzione, ma anche in termini di risorse, visto che servirebbe meno imballaggio, e di trasporto.
[Fonte: The Guardian]
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