Torna a parlare di TAV Legambiente a commento della lettera aperta inviata a Berlusconi da cento parlamentari che sostengono il progetto della Torino-Lione. Lo fa nella voce del suo presidente, Vittorio Cogliati Dezza, che si chiede, e come dargli torto, come si possa pensare a costruire una linea ad alta velocità quando ogni giorno i nostri pendolari si trovano a far fronte a disagi estremi nel trasporto pubblico su tratte infinitamente più brevi. Per non parlare del costo di una simile opera in un momento in cui l’Italia dovrebbe investire su ben altri fronti per risanare l’economia.
Ma sentiamo le parole dello stesso Cogliati Dezza:
La Tav non è un’opera prioritaria per l’Italia e non lo è soprattutto in un momento così delicato per l’economia e la società italiana. I 100 parlamentari firmatari della lettera aperta al presidente del Consiglio Berlusconi a sostegno della realizzazione della nuova linea ferroviaria Torino-Lione spieghino ai cittadini italiani, che ogni giorno prendono i treni pendolari e assistono a tagli e viaggiano in condizioni drammatiche, perché sia oggi necessario accelerare nella realizzazione di un megatraforo di nessun vantaggio.
Per quanto riguarda il fattore costi il presidente di Legambiente spiega:
Pensare che l’Italia si possa impegnare per un esborso di 5 miliardi di euro in un periodo di difficoltà economiche qual è quello attuale, quando mancano le risorse per gli investimenti infrastrutturali e per il 2012 è previsto un taglio del 75% delle risorse per i pendolari, è pura fantascienza. E come ha ammesso il Ministro Matteoli di fronte alla contestazione da parte dell’assemblea dell’Ance, semplicemente non ci sono risorse a disposizione.
Di cosa ha davvero bisogno l’Italia dunque? Di una vera politica dei trasporti, spiega Cogliati Dezza
che ad esempio punti sul rafforzamento del servizio e delle infrastrutture ferroviarie nelle aree metropolitane, che consenta ai treni merci di diventare competitivi nei confronti del trasporto su gomma, ad esempio realizzando poli logistici e opere di accesso alle grandi infrastrutture di valico. E’ il caso del la linea ferroviaria del Gottardo ferroviario, che gli svizzeri completeranno con un nuovo tunnel nel 2016, ma che, a causa dell’inadeguatezza delle infrastrutture di accesso dal lato italiano non sarà praticamente utilizzabile rispetto alle enormi potenzialità esistenti. Un caso che ben rappresenta il nostro Paese, ad oggi sprovvisto di un piano sulla mobilità e la logistica per impostare una seria programmazione dei trasporti.