Tasse sui rifiuti, sono più alte dove la gestione è peggiore, denuncia l’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva nel suo ultimo studio compiuto su tutti i capoluoghi di provincia italiani. La cattiva gestione dei rifiuti non solo causa danni ambientali e disagi ai cittadini, ma fa aumentare anche le tasse.
Le tasse sui rifiuti secondo uno studio statistico dell’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva sono, piuttosto chiaramente, più care dove la gestione è peggiore. Dopo il danno la beffa, è davvero il caso di dirlo: gestione peggiore dei rifiuti, che equivale a ovvi disagi e brutture per i cittadini nonché danni ambientali, vuol dire più soldi da pagare. Negli ultimi 5 anni, fa notare, l’inchiesta, le tariffe dei rifiuti sono “fuori controllo”, con aumenti pesantissimi in moltissimi capoluoghi, in alcuni dei quali addirittura le tariffe sono raddoppiate, come a Salerno, +98% e a Reggio Calabria, +96%. Ma le tariffe di altre grandi città sono comunque aumentate in maniera davvero esosa: +87% a Napoli, +63% a Bari, +55% e anche +53% a Roma.
Lo studio sulle tasse legate ai rifiuti realizzato da Cittadinanzaattiva si basa sul servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani, prendendo come base una famiglia di tre persone con reddito di 44.200 euro e una casa di dimensioni pari a 100 metri quadri.
Le tasse sui rifiuti si dimostrano (approssimativamente) inversamente proporzionali alla qualità della gestione: “Meno funziona la gestione e più si paga”, si legge chiaramente nello studio. Il sud ha le tariffe più alte, in media 270 euro, seguono il centro, in media 255 euro, e il nord con 234 euro, con, nella lista dei capoluoghi con le tariffe dei rifiuti più care, solo tre città non del sud: Roma, e poi più staccate Carrara e Venezia. Non a caso, occorre inoltre ricordare, la raccolta differenziata è molto più avanti nel nord (49%) che nel centro (27%) e nel sud (21%.
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