La lotta all’inquinamento si combatte anche con ciò che sta più caro ai cittadini, e cioè il denaro. Il principio della nuova tassa sull’inquinamento è stata ispirata dal giornalista e ambientalista francese Nicolas Hulot. Soprannominata carbon tax, come quella che anche Obama vuole introdurre in America, essa dovrebbe rendere più costoso il consumo di energia inquinante in Francia, per favorire le famiglie e le imprese che cambiano le loro abitudini. Essa impone un costo aggiuntivo per ogni tonnellata di CO2 emessa.
Inoltre, per quanto riguarda le imprese, più l’industria inquina, più il prezzo sarà alto. Gli ideatori del sistema stimano che nel 2010, nel migliore dei casi, i francesi cercheranno di risparmiare riducendo i viaggi in auto, migliorando l’isolamento delle loro case o abbassando il termostato per il riscaldamento. Ma andiamo a capire come funziona la legge e se è effettivamente conveniente.
Tutti i francesi sono potenzialmente interessati. La tassa sarà applicata prima sulle fatture di combustibili fossili (benzina, olio combustibile, carbone e gas) e poi eventualmente, sulle bollette dell’energia elettrica. Questa imposta aumenterà il prezzo del gas di “un piccolo 15% per ogni litro di carburante” da 7 a 8 centesimi, secondo le stime di Michel Rocard.
L’imposta colpirà le imprese che non sono ancora soggette al sistema delle quote di CO2. Ma queste società potrebbero poi girare il costo aggiuntivo sui prezzi dei prodotti pagati dall’utente finale. Il costo aggiuntivo sarà di circa 300 euro l’anno, e poco più della metà sarà coperto dalle famiglie. In particolare, egli sostiene che un contributo di 32 euro per tonnellata di CO2 emessa, nel gennaio 2010, aumenterà del 5% all’anno, raggiungendo i 100 euro nel 2030.
Ovviamente le associazioni dei consumatori si sono fatte subito sentire e hanno protestato fortemente sull’ingresso di una nuova imposta, qualsiasi sia la sua finalità. In un contesto economico difficile, questa imposta è anche considerata abusiva. Da 300 euro all’anno per una famiglia con due genitori e un bambino che vive in zone rurali, si scenderà a 80 euro per una singola persona che vive in un appartamento della città. Questo rappresenta un pesante fardello per molte piccole famiglie e per tutti coloro che non hanno altra scelta che l’auto o le modalità di riscaldamento del petrolio o del gas.
La rassicurazione del Governo però è che questo non aumenterà la pressione fiscale e non inciderà sul potere d’acquisto perché i proventi di questa imposta saranno pienamente rimborsati attraverso un meccanismo di compensazione. Ad esempio si stima che circa 8 miliardi di euro raccolti dalla carbon tax “saranno rimborsati in pieno” ad alcune famiglie e imprese colpite dalla crisi, specialmente nelle zone rurali o suburbane. Le imprese potranno beneficiarne con una riduzione delle imposte sui salari, mentre alle famiglie sarà elargito un vero e proprio rimborso.
La prima nazione ad introdurre tale tassazione è stata la Svezia nel lontano 1990. Con questo provvedimento il Governo non ha più avuto bisogno di esaltare i benefici ambientali. Le emissioni di CO2 nel Paese sono diminuite del 9%, da allora, mentre il prodotto interno lordo è cresciuto allo stesso tempo del 48%. Questo è il motivo per cui l’introduzione di una tassa per tutta l’Unione europea è ora tra gli obiettivi del Governo francese.
Fonte: [Le Figaro]
Commenti (1)