La norma era stata fortemente contestata ed immediatamente respinta negli Stati Uniti ed in Cina, ma nella “verde” Europa ha trovato terreno fertile: la tassa sull’inquinamento delle compagnie aeree si farà. Lo ha deciso l’Alta Corte di Giustizia Europea che ha respinto i ricorsi delle compagnie aeree contro la decisione di imporre una tassa, come accade già per le industrie inquinanti, da pagare a seconda della CO2 emessa.
A partire dal prossimo 1 gennaio 2012, tutte le compagnie che faranno scalo in uno degli aeroporti dei Paesi Ue dovranno pagare una tassa commisurata alla quantità di inquinamento prodotto, anche se non sono compagnie europee. Proprio questo punto aveva fatto insorgere molte aziende, in particolare americane, che avevano chiesto che dato che sul loro territorio questa tassa non esisteva, almeno le compagnie extra-europee fossero esonerate. Ma l’Alta Corte non ha voluto accogliere le proteste ed ha confermato la gabella per tutti.
La scelta è dovuta al fatto che, dopo i tanti sforzi effettuati in passato per convincere le aziende ad abbassare le proprie emissioni, queste effettivamente erano calate, si è calcolato che l’inquinamento prodotto dal comparto aereo dal 1990 al 2010 è raddoppiato, e si stima possa triplicare, se non vengono presi provvedimenti, entro il 2020.
Le vibranti proteste del Governo americano hanno però ammorbidito la legge. In pratica, almeno per i primi tempi, le compagnie dovranno pagare solo il 15% delle loro emissioni, mentre il restante 85% sarà distribuito con quote a tutti quelli che solcano i cieli europei. Gradualmente poi le due quote dovrebbero più o meno equilibrarsi. La Ue stima che si dovrebbe trattare di un costo tra i 2 ed i 12 euro a passeggero per ogni viaggio, mentre in caso di mancato pagamento le sanzioni arriverebbero a 100 euro per ogni passeggero. Le compagnie extraeuropee comunque continuano a non essere d’accordo ed hanno spiegato che questo costo verrà trasmesso ai clienti nel biglietto. Insomma, alla fine della fiera chi paga siamo sempre noi.
[Fonte: The Guardian]
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tirunelveli district post office 4 Giugno 2016 il 11:16 am
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