La prima ad aver avuto quest’idea è stata la Germania quando, il mese scorso, ha annunciato di voler mettere un’eco-tassa sugli aerei. Secondo quanto riportato dal Global Post, quest’idea è piaciuta all’Europa che ha deciso di estendere la carbon tax su tutte le compagnie aeree che volano dentro e fuori dai confini dei Paesi membri.
L’accordo ovviamente ha trovato la dura opposizione delle compagnie aeree. Secondo il Post, dal primo gennaio del prossimo anno, l’industria del trasporto aereo sarà costretta ad entrare nel sistema di carbon trading varato dall’UE che già comprende le altre industrie inquinanti. Ma anche se il sistema di scambio di crediti di carbonio piace molto a livello internazionale, molti Governi non-UE hanno respinto il piano. In particolare proprio quelli che più di tutti inquinano, come Stati Uniti, Cina, India e Russia. E proprio su questo puntano le compagnie aeree. Se quelle nazioni non impongono tasse, non dovrebbe farlo nemmeno l’Unione Europea.
Le loro lamentele principali riguardano l’mpossibilità per l’UE di inserire tali commissioni in assenza di un accordo globale, o di qualsiasi misura reciproca presa con altri governi (in breve: o tutti o nessuno). Inoltre pare che la tassa verrebbe poi versata nelle casse di ogni singolo Paese europeo, e non investita in progetti per combattere il riscaldamento globale, per la ricerca e lo sviluppo, nuove tecnologie per l’aviazione o qualsiasi altro strumento per proteggere l’ambiente. Insomma, le compagnie aeree non vogliono far arricchire gli Stati.
Queste sono le lamentele rese pubbliche dalle compagnie, ma si capisce che il vero motivo per cui protestano è che in questo modo i loro margini di guadagno dovranno necessariamente assottigliarsi. A meno che i progetti come quello tedesco dei biocarburanti sugli aerei non siano presi seriamente in considerazione. L’impressione è che finché almeno Stati Uniti e Cina non si muoveranno in questa direzione, non cambierà molto.
[Fonte: Treehugger]
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